Si doveva vincere, è vero, ma, in certe situazioni, è anche importante non perdere. Ci sono delle partite che nascono male, esemplificativo perfetto del goal di Musa Barrow, e che ti spediscono dal paradiso direttamente all'inferno. La Società Sportiva Lazio questo tracollo lo ha evitato, assestandosi, non senza qualche patema, in purgatorio. 

MERITAVA L'ATALANTA

La Lazio ha retto l'urto dell'Atalanta Bergamasco Calcio. Quasi paradossale a dirsi, data la differenza di valori (e soprattutto di ambizioni) che vige fra le due compagine. Tuttavia, i bergamaschi hanno approcciato meglio la gara e (ai punti) avrebbero anche meritato la vittoria. La squadra di Gianpiero Gasperini è apparsa più tonica e in salute di quella di Simone Inzaghi, nonostante il numero di partite giocate dalle due fosse più o meno lo stesso. L'Atalanta si conferma autentica bestia nera della Lazio, dato che è l'unica squadra ad averla imbrigliata totalmente sia all'andata che al ritorno. Assieme a Napoli e Roma, è l'unica squadra che i bianco celesti non sono mai riusciti a battere nell'arco di questo campionato. 

SIMONE INZAGHI PERDE PEZZI

E' stata una Lazio stanca e rimaneggiata quella vista domenica allo Stadio Olimpico. Oltre a Marco ParoloStefan Radu Ciro Immobile, i capitolini hanno perso anche Luis Alberto. L'iberico ha lasciato il terreno di gioco in lacrime, verso la metà del primo tempo, e le sensazioni che filtrano non sono positive. Nel caso dovesse essere confermata la lesione di primo grado, la sua stagione sarebbe anzitempo finita. Dopo Immobile, la Lazio probabilmente perderà un altro dei suoi pezzi migliori. Anche per questo il pari con la Dea non è da disdegnare, nonostante servisse il bottino pieno per mantenere le distanze sull'Inter. Ora è arrivato il momento di stringere i denti; le ultime partite avranno un peso specifico non indifferente. La Lazio le affronterà debilitata, ma le cose facili non sono mai state una prerogativa della storia delle eagles. Servirà un'altra impresa al fotofinish, come tre anni fa al San Paolo. Un'impresa da laziali.