Quest'oggi, sul palco d'onore della Sala Buzzati, Andrea Pirlo è stato omaggiato del dodicesimo Premio Facchetti in un'occasione che ha permesso al "Maestro" di ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera a cominciare dal Brescia di Baggio e Mazzone: "Roberto è stato il calcio. Insieme a lui ho imparato tanto, e mi ha trasmesso tantissimo. Devo molto anche a Carletto Mazzone, che per primo iniziò a provarmi nel ruolo di play. Dal Brescia in poi è stato tutto naturale. In realtà, per me tutto è iniziato con una palla di spugna quando ero bambino. In casa calciavo con tutto ciò che trovavo e che somigliasse a una palla: provavo a metterlo negli angoli della casa".
Dal Brescia all'Inter: "Ho un bellissimo ricordo di quel momento, di quando l’Inter chiamò il mio procuratore, perché da bambino ero tifoso dell’Inter. Andai all'Inter e iniziai la preparazione bene con Simoni e tutto quel campionato giocai una ventina di partita e anche in Champions. Nel primo anno ero abbastanza soddisfatto, poi l’anno dopo sono andato in prestito alla Reggina perché ci fu quel brutto preliminare con Lippi. Pazienza, poi la storia ha preso un’altra piega, doveva andare così". E quella "piega" non può non chiamarsi Milan, gli anni più belli per Andrea Pirlo: "Sono stati dieci anni stupendi, i più belli e felici della mia vita, dove siamo riusciti a vincere davvero tutto. Una cavalcata straordinaria. La prima Champions al Milan è stata la più bella, la più emozionante. E la prima non si scorda mai. Ho avuto la fortuna di giocare con le tre squadre più importanti in Italia nel momento più importante del calcio italiano, e quindi non ho nessun rimpianto. Meglio di così non poteva andare, e all'epoca non avevo nessuna voglia di andare all'estero".
Inevitabile, poi, parlare di Carlo Ancelotti: "E’ stato l’allenatore che ho avuto per più anni nella mia carriera, un secondo padre per me e per tanti compagni al Milan. Insieme abbiamo raccolto grandi soddisfazioni, una persona speciale che ci ha insegnato tanto e ha dato tanto sul piano umano. Dovrò per sempre ringraziarlo". Su un possibile futuro da allenatore Pirlo risponde cosi: "Tutti i miei ex compagni non volevano diventarlo, poi sono diventati allenatori. Per ora non ci penso, inizierò però a fare il corso perché avere il patentino può fare comodo. Se c'è una cosa che mi ha trasmesso l'aver lavorato con Antonio Conte alla Juventus, con la sua ossessione di farci vedere e rivedere continuamente video, è la passione per il lavoro di allenatore. Mi è venuta un po’ voglia di diventare allenatore".
Infine una battuta sulla finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan e, precisamente, sui due tecnici: "Allegri è un ottimo allenatore, e cerca di dare il meglio alla squadra: a volte giocano bene, a volte male. Ma alla fine conta il risultato, e ha ragione lui. Gattuso lo vedo bene, solo un po’ invecchiato. Non pensavo che facesse questo lavoro in poco tempo come allenatore del Milan: ha dato un anima, senso di appartenenza, sono contento di lui e lo sento spesso".