Dopo le ennesime decisioni discutibili in Europa contro alcune squadre italiane non si può più aspettare: la UEFA deve adottare il VAR. La partite della Roma contro il Liverpool profondamente segnata dal direttore di gara, è stata solo la goccia di un vaso già stracolmo dopo gli errori di Madrid in cui è stata mestamente vittima la Juventus. Intervistato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport, il designatore degli arbitri Marcello Nicchi ha parlato proprio del VAR: "Noi siamo partiti in anticipo perché abbiamo un gruppo di arbitri fantastico. Dobbiamo lavorare ancora, migliorare, ma i risultati sono ottimi e un calcio senza Var non è possibile. Per carità, abbiamo sbagliato e lo faremo ancora. Capita ai giocatori, succede agli arbitri. Ma i vantaggi della tecnologia sono evidenti".
Passaggio importante anche sulle sviste delle semifinali di Champions League: "Errori voluti? Ma no, ci sono state delle sviste pesanti e molte ai danni delle nostre squadre, ma è frutto della casualità. Certo, gli errori gravi sarebbero stati cancellati con la Var. E per questa ragione sono convinto che quanto prima avremo la tecnologia anche in Uefa".
Al suo designatore fa eco poi il presidente del CONI Giovanni Malago': "Per dovere e rispetto istituzionale sono stato in Uefa a parlare con Ceferin, che stimo molto per il suo pragmatismo e concretezza. Dopo aver parlato dell’organizzazione di uno dei gironi dell’Europeo 2020 a Roma e della partita inaugurale all’Olimpico, dove è coinvolto anche il Coni per l’Olimpico, abbiamo affrontato il tema della Var. A nome delle società di Serie A ho chiesto come mai la Uefa non l’ha ancora adottata, considerando l’incredibile importanza delle coppe europee e gli interessi sportivi ed economici che muove. Risposta? Ceferin mi ha spiegato che è solo una questione di tempo".
Continua, Malago': "In vista delle ultime giornate, sarà scontato ma va ripetuto, alla classe arbitrale chiedo equilibrio e saggezza anche per certi aspetti e valutazioni: non ci scordiamo che la Var non è una scienza, punto. Ci sono gli elementi umani che devono entrare nell’ordine delle idee, di chiamarla e di valutarla" conclude il numero uno del CONI.