Un anno di Milan per Marco Fassone, un anno con Li Yonghong al comando della nave rossonera dopo un closing estenuante con Silvio Berlusconi che alla fine era arrivato dopo rinvii, tensioni e colpi di scena inattesi. Nel primo anniversario della proprietà cinese rossonera, l’amministratore delegato del Milan ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in cui si è parlato di moltissimi argomenti. A partire da quello economico-finanziario, spesso al centro di dubbi e perplessità in questi mesi.
Fassone con grande chiarezza smentisce presunti problemi di liquidità della società: “Il Milan dal punto di vista finanziario e economico sta benissimo, mentre l’opinione comune talora potrebbe essere ingannevolmente indotta a credere che ci siano dei problemi. Invece non ci sono: se analizziamo serenamente i bilanci, vediamo che il Milan non è affatto messo male. E poi vorrei ricordare che nell’acquisire il Milan Mister Li ha indebitato se stesso. Ha fatto un investimento che pesa solo su di lui, alleggerendo il club dal punto di vista debitorio. Il Cda ha indicato le scadenze per i prossimi versamenti dell’aumento di capitale e da qui al 30 giugno arriveranno regolarmente rate che servono per chiudere la stagione al meglio. Siamo tutti molto sereni”.
Si parla anche di Li Yonghong e della sua poca presenza in Italia: “In Italia Milan, Inter e Roma hanno presidenti che si affacciano nel nostro paese un paio di volte l’anno e danno ampia delega operativa ai loro manager. Questo non vuole dire che non siano presenti con passione, ma solo che non cercano quella visibilità a cui tanti presidenti ci hanno abituato. Io stesso non ho gli stessi rapporti di persona che avevo per esempio con Moratti e De Laurentiis. Il suo stile è parlare e apparire poco, e fare i fatti. Ama molto il Milan, da quando era ragazzo. L’ho incontrato quindici giorni fa a Londra per motivi finanziari e posso assicurare che non si occupa solo del business.
Sa chi gioca, ha voluto sapere tutto di Gattuso. E’ un presidente partecipe sotto tutti gli aspetti, che nella quotidianità si fida del suo management, a cui chiede un report. Poi guarda i risultati alla fine. Per quel che ne so io, mi pare sereno e desideroso di fare il presidente del Milan e portare avanti il progetto. Che invece voglia farsi affiancare da qualche socio è possibile. Però non voglio apparire indelicato, sono domande che riguardano la proprietà: le mie sono solo impressioni”.