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Cutrone: "Ho avuto delle offerte da altre squadre"

L'attaccante del Milan conferma di essere stato cercato da altri club nelle ultime settimane: il rinnovo con il Milan però sembra essere ormai definito

Cutrone: "Ho avuto delle offerte da altre squadre"
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Di Francesco Nasato

Patrick Cutrone è il volto più giovane, sfrontato e affamato del Milan di Gattuso che sogna una clamorosa rimonta Champions in campionato. L'attaccante si è preso di forza il posto da titolare, mettendosi alle spalle Andrè Silva e Kalinic con gol e prestazioni importanti. Con il Milan è stato raggiunto l'accordo per il prolungamento e adeguamento del suo contratto, ma parlando a La Stampa, Cutrone ammette di essere stato cercato da altre squadre.

Così l'attaccante sull'argomento: "Offerte ne ho avute, ma sono cose tra il mio procuratore e il club. Io ho solo pensato a migliorarmi, per mettere in difficoltà il mio allenatore. Come ho convinto Montella e Gattuso? Con il lavoro. Non mi accontento mai."  Serve pensare alla Juventus allora: "Domani sera metterò per la prima volta piede nello Stadium. S. Siro, però, è un’altra cosa... Il Milan ha sempre perso allo Stadium? Lo so. Ma noi ora siamo squadra vera e non abbiamo paura. Sarà difficile battere la Juve, ma non si sa mai. Vogliamo vincere, magari ci capiteranno poche occasioni e stiamo lavorando per riuscire a sfruttarle".

Questo Milan sogna la Champions League e Cutrone non si nasconde: "È il nostro obiettivo, ci crediamo. Sappiamo di giocarci moltissimo tra Juve e derby. E se poi andiamo in Champions, mi raso i capelli Il gol all’Inter in Coppa Italia? È stata la vittoria che ci ha fatto svoltare. Prima di quel gol che avevo sognato proprio così, mi ricordo bene il Natale passato dopo aver perso con Verona e Atalanta. Eravamo tutti molto tristi, io stavo male". Si parla anche di Gattuso: "Ci sta aiutando tanto. Fin dal primo giorno, quando si è presentato dicendoci che era ora di tirare fuori gli attributi".

Ultimo passaggio sugli inizi al Milan e sull'importanza della famiglia: "Sono al Milan da quando avevo 8 anni e Luigi Rampoldi, l'osservatore che mi portò qui, mi disse: ‘Sgobba, diventerai qualcuno’. Ho fatto tanti sacrifici. Papà Pasquale, mamma Eleonora e io: anni di pulmino dopo la scuola, un panino e via ad allenarmi. Fermandomi spesso più degli altri, rincasando alle otto di sera. Mio papà? Lui è un riferimento. Il 63 della mia maglia è il suo anno di nascita. Con mamma, mi hanno sempre dato tutto. Tarantolato? C’entra ancora mio padre. Dopo una delle mie prime partite mi disse: ‘Bravo, ma c’è qualcosa che ti manca. Devi essere più grintoso’. Mi sono applicato e adesso credo che, gol a parte, i tifosi apprezzino la mia voglia di combattere".

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni