E' stato uno dei calciatori più forti di sempre, un attaccante guizzante e tecnicamente superiore. Uno di quegli atleti amati da tutta Italia, Gianfranco Zola, che nel 1997 segnò un gran goal contro l'Inghilterra su lancio di Billy Costacurta. Ora le cose sono cambiate, con la nostra Nazionale che non vive bei momenti e l'Inghilterra che invece ha sfornato qualche talento interessante. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Zola ha parlato proprio di questo: "Siamo fuori dal Mondiale - sentenzia l'ex Cagliari senza giri di parole - ma non perderei tempo con queste considerazioni e guarderei avanti. È il momento di ricostruire. Dobbiamo porre le fondamenta per riportare il nostro calcio ad alti livelli. Ripensare a quello che è accaduto non ha ormai più senso".
Continua, Zola: "C’è un dato inequivocabile: non abbiamo più giocatori di valore internazionale. La domanda sorge quindi spontanea: perché non produciamo più campioni? Perché in Italia, a parte Insigne e Verdi, che non ha ancora trovato spazio in Nazionale, non abbiamo giocatori capaci di saltare l’uomo? In tre parole: mancano i talenti". Per tornare in alto, l'ex attaccante ha una soluzione molto semplice: "Penso che gli elementi base nel calcio siano due: vivai e dilettanti. Nei vivai, ha prevalso negli ultimi anni il concetto di vincere e non quello di formare. I settori giovanili sono pieni di stranieri perché si punta sui risultati e non sulla crescita dei talenti. I dilettanti e gli oratori erano una volta un serbatoio formidabile. Gli oratori non esistono più, mentre i campionati dilettanti sono stritolati dalla crisi economica e da regole troppo rigide. Perché dare uno spazio obbligatorio agli Under 18 e ridurre le possibilità alla fascia d’età tra i 21 e i 25 anni? La maturità psicofisica non è uguale per tutti. Chi ha tempi più lunghi non ha possibilità. Un caso Torricelli oggi non è pensabile".
Quale Nazione si deve imitare? Zola non ha dubbi: "Guarderei alla Germania. Dopo la riunificazione, lo stato tedesco ha attraversato un momento difficile e anche il calcio è scivolato nella depressione, con un decennio abbastanza grigio, tra la metà degli anni Novanta e il Mondiale 2006. La Germania calcistica ha però avuto la forza di interrogarsi su se stessa, di compiere autocritica e di programmare la rinascita".
L'ex calciatore di Chelsea e Napoli ha poi analizzato alcuni calciatori della Nazionale: "Verratti? Per me deve giocare di fronte alla difesa, come playmaker. Non ha la velocità e la rapidità di gambe della mezzala. Adesso c’è la concorrenza di Jorginho e non è un aspetto trascurabile. Balotelli? Penso che nessuno abbia mai messo in discussione le qualità tecniche di Mario. I problemi erano altri, ma anche le questioni comportamentali hanno una rilevanza all’interno di una squadra. Su Balotelli dovrà decidere il futuro c.t.: sarà una sua scelta". In ultimo, un passaggio su alcuni atleti inglesi: "Rashford mi piace molto. È un grandissimo talento e mi sorprende che nel Manchester United degli ultimi tempi abbia giocato a intermittenza. L’altro elemento interessante è Dele Alli: se mette la testa a posto, può diventare un top player. Su Kane c’è poco da dire, basta consultare le statistiche. Ha il gol nel sangue".
[fonte: www.gazzetta.it]