Partita infinita quella dello Stadio Olimpico tra Lazio e Milan, valida per la gara di ritorno della Semifinale di Coppa Italia, denominata TIM Cup. Non bastano novanta minuti, terminati 0-0 come all’andata, neanche i 30 dei supplementari: servono sette rigori per parte, con le grandi prestazioni dei due portieri, al Milan per strappare un sudatissimo pass che lo porta in finale, dove affronterà la Juventus.
Simone Inzaghi schiera il solito 3-4-2-1 all’Olimpico, con Strakosha tra i pali, De Vrij, Caceres e Radu a fare la guardia, Marusic e Lulic sugli esterni. In mezzo Parolo e Leiva sono insostituibili, mentre Milinkovic-Savic fa da raccordo con l’attacco, formato da Luis Alberto e Immobile. Gattuso, dall’altra parte, non rinuncia a nessuno dei suoi titolarissimi: linea a 4 davanti a Donnarumma con Calabria, Romagnoli, Bonucci e Rodriguez. In mezzo c’è Biglia con Bonaventura e Kessié, davanti ancora una volta Patrick Cutrone guida l’attacco, con Suso e Calhanoglu sugli esterni.
Ad iniziare meglio all’Olimpico è la Lazio, che attacca con forza in zona centrale e ad inizio primo tempo porta anche qualche pericolo da Donnarumma: attentissimo il portiere rossonero sul destro teso, sul primo palo, di Milinkovic-Savic. Al quarto d’ora, invece, è Marusic a scattare bene dopo l’errore di Calhanoglu: cross dalla fascia destra, ma per fortuna del Milan arriva la diagonale di Calabria a pulire l’area. Poco dopo, in uscita, sbaglia un pallone sanguinosissimo anche Rodriguez, che con il destro innesca praticamente Milinkovic-Savic sulla trequarti: botta terrificante del centrocampista di Inzaghi, che sibila accanto al palo. Gli risponde Suso, dopo un grandissimo break personale, con il mancino dai 25 metri, ma stavolta c’è Strakosha a dire di no. Su punizione di Calhanoglu, invece, per poco il portiere albanese non la combina grossa: la sua uscita di pugno carambola sulla schiena di Caceres, ma per sua fortuna Cutrone non ha il riflesso (difficile) per infilare in rete la zampata.
La gara comunque ha un buon ritmo, con i padroni di casa a gestire il possesso ed i rossoneri, d’inerzia, che provano a colpire in contropiede con gran rapidità. Per l’ennesima volta, però, il Milan si complica la vita da solo: stavolta è Donnarumma che, per proteggere una palla che scorre sul fondo, si fa sorprendere da Immobile. Defilatissimo, l’ex-Dortmund prova il colpo della domenica ma la palla scorre davanti allo specchio e viene controllata da Romagnoli. Poco dopo, invece, è Luis Alberto ad innescare l’attaccante campano: splendido il colpo di tacco dal limite dell’area, ma ancora Immobile trova la risposta di Donnarumma. Nel finale di tempo l’intensità cala leggermente, e nonostante la partita molto divertente si va negli spogliatoi sullo 0-0.
La prima grande occasione è del Milan nel secondo tempo: Calabria si appoggia su Kessié in area, l’ex-Atalanta cadendo smercia verso Suso che a sua volta pesca il terzino italiano col filtrante. Da due passi, il destro è potentissimo ma Strakosha allontana mettendoci le mani. Anche Calhanoglu, ispirato da Bonaventura sulla mancina, spreca: troppo largo il suo collo-esterno, che si infrange all’esterno della rete da posizione golosissima.
La Lazio riprende comunque campo attorno all’ora di gioco e ricomincia a dialogare bene nella metà campo avversaria, con Inzaghi che sceglie anche Felipe Anderson per gli ultimi 25 minuti. L’altro cambio sarebbe dovuto essere Basta per Marusic, ma l’infortunio (l’ennesimo) di Caceres costringe il tecnico di laziali a schierare in corsa Luis Felipe. Le iniziative offensive dei padroni di casa portano all’ammonizione di Romagnoli prima e di Calabria poi. L’affanno dei rossoneri, inoltre, permette a Lulic di arrivare al tiro, col mancino sul secondo palo, ma la conclusione manca di precisione. Ci prova anche Milinkovic, addirittura in rovesciata dopo aver perso il controllo del pallone, ma neanche lui inquadra lo specchio. Gattuso, dal canto suo, sceglie il solito avvicendamento tra Kalinic e Cutrone per la frazione finale, ma il Milan soffre la pressione. Comunque, i rossoneri piano piano riescono a guadagnare terreno, arrivando ad attaccare in pianta stabile dopo l’ottantesimo. Ovviamente da entrambe le parti è tanta la paura di sbagliare e compromettere la qualificazione, quindi si arriva senza altri sussulti alla fine dei due di recupero: si va ai supplementari.
L’extra time vede subito Lukaku in campo per subentrare a Marusic, mentre Immobile prova il destro da fuori area, ma la conclusione è centrale e può essere bloccata da Donnarumma. Romagnoli, invece, ferma benissimo da ultimo uomo l’attaccante napoletano lanciato in contropiede da Anderson. C’è spazio anche per Montolivo al posto di Kessié. Brivido anche per la lazio, su una punizione di Calhanoglu deviata in modo fortuito da Lulic in barriera: ancora braissimo Strakosha alla sua sinistra. Si cambia campo ancora a reti bianche, e nel secondo tempo succede abbastanza poco: a differenza del primo, in cui era rimasta chiusa col baricentro basso, è la Lazio a cercare di più lo spunto, ma oramai la stanchezza è forte e diffusa. Stanchezza per tutti, anche per il subentrato Kalinic: sul contropiede 3 contro uno del Milan, spinto dalla corsa di Bonucci, il croato ha sul piede, tutto solo davanti a Strakosha, il match-point qualificazione, ma calcia clamorosamente alto. Si tratta dell’ultima, incredibile a dir poco, occasione della gara prima dei calci di rigore.
Sotto il diluvio, ad inaugurare la lotteria è la rete di Immobile, quasi respinto da Donnarumma. Da lì, vuoto totale: gli specialisti, Rodriguez e Milinkovic-Savic, si fanno ipnotizzare nella stessa maniera, con Strakosha e Donnarumma a ripetersi, clamorosamente, anche per negare la rete a Montolivo prima e Leiva poi. A sbloccare la situazione, riportando il conto in parità, è il destro incrociato di Bonaventura. Senza rincorsa, freddissimo, invece, Marco Parolo inchioda l’angolino, gli fa subito eco alla stessa maniera Fabio Borini. Anche Felipe Anderson beffa Donnarumma, ma Bonucci non trema al rigore decisivo, spiazzando il portiere. Si va ad oltranza, ma anche capitan Lulic è chirurgico, così come Hakan Calhanoglu. Sbaglia, clamorosamente, invece, il subentrato Luis Felipe, che di collo pieno spara alto col destro. Il mancino di Romagnoli, appoggiato di piatto, spiazza ancora una volta Strakosha e spezza finalemnte l’equilibrio infinito di questa semifinale: il Milan è in finale, affronterà la Juventus.