C'era una volta il gol. Giovanni 'Cholito' Simeone non riesce a trovarlo ormai dal 5 gennaio, dalla gara contro l’Inter. Una rarità, per uno prolifico come lui. Infatti, si tratta dell’astinenza più lunga da quando veste la maglia della Fiorentina. La Gazzetta dello Sport si è soffermata oggi sul problema gol dell'attaccante argentino, che in Serie A è uno di quelli che calcia maggiormente verso la porta avversaria, ma è anche quello che centra meno la porta in rapporto alle conclusioni. La Rosea ha dunque analizzato i motivi per i quali l'argentino fatichi così tanto a convertire in gol la mole di gioco della squadra di Pioli.
Partecipa molto alla manovra, è un attaccante moderno, ovvero preferisce svariare su tutto il fronte offensivo, e con il suo movimento crea costantemente varchi per gli inserimenti dei centrocampisti, per le scorribande di Chiesa, Gil Dias, Badelj e Veretout su tutti. Ma Simeone, fermo a 7 gol realizzati in 25 partite, freme ed è voglioso di rialzare le braccia al cielo ed esultare. Potrebbe riuscirci domenica, nella gara casalinga contro il Chievo, e magari chisà, correre ed esultare sotto la Fiesole. "Segnare è importante per un attaccante, non c'è dubbio. Ma per me questo non è un peso, anche se ci penso. Con papà parliamo sempre di calcio, mi dà tanti consigli e mi aiuta. Anche sotto questo aspetto mi ha rincuorato, dicendomi di non preoccuparmi". Molto legato alla famiglia, il Cholito proverà a servirsi della stessa grinta che usava mettere in campo il padre Diego per superare questo periodo un pò grigio: "Quando sono arrivato in Europa la mia famiglia mi è stata sempre vicina, mi diceva di dare sempre il massimo e non mollare mai".
L'allenatore della Fiorentina Stefano Pioli non ha mai perso la fiducia in lui e sta studiando le mosse per aiutarlo sotto porta. Avvicinargli Chiesa potrebbe essere la mossa decisiva, e già domenica prossima qualcosa nello scacchiere tattico della Viola potrebbe mutare.