A San Siro Milan e Sampdoria si affrontano in una sfida importante per entrambe le squadre. Distanti solo tre punti, entrambe con la voglia di giocare in Europa nella prossima stagione. Se il Milan arriva a questo incrocio fondamentale dopo una rincorsa iniziata con l'arrivo di Rino Gattuso sulla panchina rossonera, la Sampdoria di Giampaolo si è sempre mantenuta in posizioni importanti sin dall'inizio di questo campionato.
In conferenza stampa Gattuso non ha nascosto l'ammirazione per il lavoro di Marco Giampaolo. Il tecnico della Sampdoria ha svolto un lavoro eccellente con i blucerchiati e i risultati sono lì a dimostrarlo. Certo ci è voluto del tempo, ma ora la Samp sembra un meccanismo oliato e che gira secondo idee e indicazioni precise ed eseguite con sorprendente precisione e continuità. Il Milan è sicuramente in crescita, ma in questo percorso sono prove come quelle contro i blucerchiati a diventare una sorta di check point per fare il punto della situazione. I numeri dell'ultimo periodo dei rossoneri sono positivi, ma per rientrare definitivamente nella corsa europea serve vincere uno scontro diretto contro una diretta concorrente. Anche per accorciare sull'Inter, caduta a Genova e in un periodo davvero complicato della prossima stagione.
Tanti impegni ravvicinati per il Milan, calendario alla mano, ma Gattuso sceglie ancora una volta di non cambiare formazione e di proseguire sulla strada della continuità. L'unico cambio forzato è quello legato alla squalifica, pesante di Kessie. In un primo momento si pensava che potesse essere Locatelli il sostituto dell'ivoriano. Il canterano rossonero è il giocatore per caratteristiche più vicino all'ex Atalanta, ma Gattuso ha scelto di percorrere un'altra strada e di affidarsi all'esperienza di Riccardo Montolivo. Più palleggio forse e un pizzico meno di corsa e intensità per cercare di vincere i duelli individuali contro i centrocampisti di Giampaolo. Per il resto si ricompone la coppia di terzini formata da Calabria e Rodriguez, con Abate che torna a sedersi in panchina, mentre gli altri sono ormai quelli che si possono elencare quasi a memoria: Donnarumma, Bonucci, Romagnoli, Biglia, Bonaventura, Suso, Cutrone e Calhanoglu.