Rialzare la testa dopo 14 sconfitte consecutive non era facile. Il gol del portiere Brignoli ha ridato entusiasmo alla depressa piazza di Benevento, le due vittorie consecutive contro Chievo e Sampdoria quella consapevolezza di potersela giocare, consapevolezza che ora è aumentata dopo l'ottimo lavoro svolto dal presidente Vigorito ed il direttore sportivo Di Somma in questa sessione invernale di calciomercato. Ci crede anche Marco D'Alessandro, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Sky Sport: "La classifica è ancora difficile, potevamo avere qualche punto in più, ma se ciò non è accaduto è solo per demeriti nostri. Noi però dobbiamo crederci, siamo dei professionisti e dobbiamo svolgere il nostro lavoro con passione".

Per il Benevento, nel prossimo turno, un impegno sulla carta proibitivo, il testa-coda contro il Napoli capolista. D'Alessandro non si scompone e dimostra di non temere l'armata di Sarri: "Certo, sarà durissima, ma il fatto che affrontiamo una squadra di campione deve essere per noi uno sprone a fare meglio. Gli azzurri sono la squadra migliore del campionato insieme alla Juventus, con la quale si giocheranno lo scudetto fino alla fine. Ma noi dobbiamo riuscire a tirare fuori qualcosa in più per colmare il gap esistente. Guardando la classifica oggi è ovvio che lo Scudetto del Napoli è molto più probabile della nostra salvezza. Gli attaccanti di Sarri? Sono tre giocatori stratosferici, ma personalmente quello che preferisco è Insigne: gli ruberei i gol e le giocate, sembra in grado di telecomandare il pallone".

Proprio domenica sera, in occasione del derby campano, l'esterno raggiungerà quota 100 presenze in Serie A. Un traguardo che lo riempie di gioia: "A inizio anno ho fatto questa scelta nonostante sapessi di andare incontro ad alcune difficoltà, anche adesso ho deciso di rimanere, proverà fino alla fine a dare il mio contributo per conquistare la salvezza. Sarà il campo a dare come sempre il giudizio finale, la gente di Benevento però per passione e calore meriterebbe ben altro che la salvezza. Ricordo ancora la prima partita, era Roma-Juventus ed è stato il momento in cui ho iniziato a credere di poter fare questo. Quella notte fu molto particolare, non mi aspettavo di entrare in campo, ed anche se perdemmo 4-1 io ero l'unico con il sorriso negli spogliatoi".