Non la solita vigilia per Walter Zenga. Il Crotone domani sera è atteso dalla sfida del Meazza in casa dell'Inter, proprio la squadra che ha reso grande l'attuale allenatore dei calabresi. sarà un sabato particolare per l'allenatore 57enne, che però in conferenza stampa non fa trapelare molta emozione: "In questo momento io sono focalizzato al 100% solo sul Crotone e non voglio e non mi permetto di entrare in discorsi più grandi di me. Sabato sera sarà solo una bellissima partita, dove noi dobbiamo cercare di fare assolutamente punti". Alla chiara domanda se si aspetta un giorno di potersi sedere sulla panchina dell'Inter, Zenga ha risposto a chiare lettere: "Certo, allenare l'Inter sarebbe qualcosa di fantastico, ma per far sì che certe cose accadano bisogna fare bene ora e dimostrare quanto si vale giorno dopo giorno. Allenare i nerazzurri è un traguardo".
L'allenatore si è poi soffermato sulla partita, non nascondendo le mille difficoltà che il suo Crotone incontrerà: "Giocare a San Siro con l’Inter deve essere un qualcosa in più. Andiamo su un campo meraviglioso, in uno Stadio enorme e bello e per me sarà ancora più complicato per via dei miei sentimenti. Saluterò i tifosi prima e dopo la partita, qualsiasi sarà il risultato della sfida. Quello è il mio stadio, teatro di tante battaglie, quello è stato parte della mia vita, lì ho lasciato ricordi bellissimi, quel club è la mia vita e sono sicuro che i tifosi dell’Inter apprezzeranno che per 90 minuti io metterò tutto me stesso a disposizione del Crotone. Ai tifosi nerazzurri piacciono le persone che hanno passione e senso di appartenenza, io mi reputo una di esse. Da un punto di vista tecnico è chiaro che sarà per noi una gara difficilissima, c'è un abisso tra noi e loro ma con il giusto atteggiamento, la voglia, la determinazione, possiamo fare qualcosa di bello".
Infine, Zenga ha ricordato Azeglio Vicini, l'allenatore delle 'notti magiche', scomparso ieri: "Ero legato a lui, già dai tempi dell'Under 21, io ero il suo fuoriquota. Abbiamo fatto un bellissimo percorso insieme, partendo proprio dall'Under, fino ad arrivare agli Europei e poi al Mondiale. Creò un grande gruppo, era un profondo conoscitore del gioco del calcio. Uno come lui nel calcio del giorno d'oggi? Oggi è diverso perché in Nazionale non scelgono più persone che fanno solo i selezionatori, ora il calcio è cambiato e si cercano altri tipi di allenatori. Azeglio mancherà tanto, sia come uomo che come allenatore, era un maestro di vita".