Quarti di finale, è lo step che segna la fine corsa in casa Viola nella rincorsa alla Coppa Italia, trofeo sempre snobbato da agosto a novembre, ma ambito quando il gioco inizia a farsi duro. A Roma si ferma la corsa della Viola, sconfitta da una Lazio poco più che sufficiente alla quale è bastato un gol del pretoriano Lulic in avvio di contesa per volare in semifinale. La squadra di Stefano Pioli ha deluso, ci si aspettava una gara di tutt'altro livello da parte dei toscani. Insufficiente prestazione nel primo tempo, leggermente meglio nella ripresa, ma lo 0-1 finale premia gli avversari, i quali hanno meritato il successo.

La Fiorentina si è accesa soltanto a tratti - nei secondi 45' - ma ad eccezione di un tiro del gioiellino Chiesa deviato magistralmente da Strakosha non ha creato granchè. Possesso palla fine a sè stesso e poche verticalizzazioni. Il terzetto difensivo laziale è riuscito a disinnescare con relativa facilità gli avanti toscani. La scelta di applicare del turnover non ha pagato, e Pioli se n'è accorto, con la 'squadra 2' in campo senza un'anima, ma anche visibilmente complessata dinnanzi ad un avversario di certo più tecnico e voglioso di portare a casa il risultato. Saponara continua ad essere un corpo estraneo, un fantasma, ed il suo posto non può che essere la panchina fino a quando non si da una svegliata. Carlos Sanchez in mezzo al campo è apparso confusionario mentre Babacar, totalmente impalpabile, ha fatto rimpiangere il 'Cholito' Simeone. Il senegalese sembra soffrire della sindrome di 'Peter Pan', nel momento in cui è chiamato a fare il salto di qualità, puntualmente si smarrisce.

Senza i titolarissimi in campo la Fiorentina diventa una squadra prevedibile, dall'encefalogramma piatto. Badelj e Veretout, però, non le possono giocare tutte e di conseguenza balza nuovamente d'attualità il capitolo mercato con Corvino sul banco degli imputati. I vari Hagi, Gild Dias ed Eysseric non hanno convinto in questa prima parte di stagione. All'Olimpico sono subentrati nel secondo tempo ma non sono stati in grado di incidere sulla partita. Non si sono pressocchè visti. La gara di Coppa poteva servire a più di un giocatore per mettersi in mostra, ma così non è stato e quindi tutti gli esperimenti fatti da Pioli nella giornata di Santo Stefano sono falliti. Ora sotto con il campionato, c'è l'Europa distante pochi punti, ma è molto vicino anche il baratro della mediocrità. Altri passi falsi possono essere pericolosissimi.

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Andrea  Indovino
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