Continua, senza fine, la caduta del Milan. I rossoneri perdono l'ottava partita di questo campionato, davanti al pubblico amico, contro l'Atalanta. 0-2 senza storia, firmato da Cristante nel primo tempo e Ilicic nel secondo, con gli uomini di Gasperini capaci di adattarsi a qualsiasi situazione di gioco per poi colpire con freddezza e qualità. Agganciata la Sampdoria al sesto posto, mentre i rossoneri finiscono sempre più lontani dalla zona Europa League.
Rino Gattuso sorprende tutti scegliendo non Calhanoglu, bensì Cutrone, da ala sinistra, insieme a Kalinic e Borini nel 4-3-3. Montolivo perno di centrocampo, Kessié e Bonaventura sono le mezzali mentre la linea formata da Abate, Musacchio, Bonucci e Rodriguez protegge Donnarumma. Dall’altra parte, Gasperini schiera i suoi con un 3-4-1-2 che vede Toloi, Caldara e Masiello a reggere la difesa, con Hateboer, De Roon, Freuler e Spinazzola in mediana. Cristante è il collante con l’attacco, formato dalla coppia Petagna-Gomez.
Dopo una prima fase molto positiva, intensa, dell’Atalanta, il Milan prende campo e trova anche la rete, ma la deviazione di Bonaventura, da due passi dopo l’uscita sbagliata di Berisha sul traversone di Kessié, arriva in seguito al tocco di mano di Cutrone, ed il VAR annulla tutto. Comunque, i rossoneri continuano a spingere, a giocare un calcio di movimento ed a provare a schiacciare gli avversari. Lo stesso Cutrone è scatenato sulla mancina, ma dalle sue iniziative non viene fuori nulla di notevole. Il possesso è quasi sempre in mano al Milan, mentre l’Atalanta prova a giocare perlopiù di rimessa.
A passare in vantaggio, alla mezz’ora, sono però proprio gli orobici: Cutrone, ingenuo, travolge Gomez e prende il giallo. Sulla punizione dalla trequarti va proprio il Papu, che nota l’uomo di troppo nella barriera di Donnarumma e scodella sul secondo palo: difatti, Abate e Bonucci si trovano in inferiorità in mezzo a tre uomini, la marcatura salta e Caldara riesce a colpire liberissimo. Il portiere rossonero ci mette le mani, ma il più lesto a toccare la ribattuta è Cristante che, cadendo, fa 0-1.
Gattuso prova a svegliare i suoi, ma l’impatto psicologico del gol subito si fa sentire in ogni giocata. I rossoneri ci provano, ma la difesa ospite copre bene soprattutto sugli esterni, ed al duplice fischio si va negli spogliatoi sullo 0-1.
Il Milan esce bene dagli spogliatoi, almeno per quanto riguarda l’attitudine. A mancare, però, è sempre la qualità: il mancino di Rodriguez, rasoterra, è facile per Berisha, mentre quello di Kessié, da fuori, fa la barba al palo e si spegne sul fondo. L’occasione più importante, però, arriva dopo nove minuti sul piede di Kalinic, che controlla in area ma si trova subito la chiusura di Caldara sul tentativo di mancino. Col passare dei minuti l’impeto rossonero sfiamma, ma i padroni di casa continuano a costruire bene: Kalinic, di petto, fa da sponda verso Borini che calcia di prima, ma anche stavolta la conclusione vola a pochi centimetri dallo specchio della porta. Dall’altra parte prova a ripartire il neo-entrato Ilicic, ma il suo mancino da zona centrale trova le mani di Donnarumma. Nell’ultima parte la gara diventa nervosa, ma a spegnere le velleità rossonere ci pensa proprio Josip Ilicic: El Papu Gomez da il via al contropiede con una palla splendida, in profondità, sulla quale arriva Spinazzola. Percussione mancina e cross al centro dell’azzurro, che trova il compagno nel cuore dell’area: destro in controtempo da distanza ravvicinata, Donnarumma non può opporsi, è 2-0 per l’Atalanta. Si tratta del colpo del k.o. per il Milan, che rimane sconsolato, senza energia, sul prato di San Siro. Gattuso prova a buttare dentro tutti i grandi assenti (Biglia, Calhanoglu, André Silva), ma oramai è troppo tardi. L’ultimo quarto d’ora è assolo della Dea, che porta palla come, quando e dove vuole. Il triplice fischio arriva in uno stadio semivuoto, con i pochi tifosi presenti in netta contestazione verso la squadra: si tratta dell’ottava sconfitta in diciotto partite di campionato per i rossoneri, mentre l’Atalanta aggancia la Samp al sesto posto.