Il pareggio casalingo contro il Genoa ha spento leggermente i sogni della Fiorentina, decisamente tornata coi piedi per terra dopo un risultato inaspettato e che forse ha messo in luce qualche limite della rosa di Stefano Pioli. Certo, le premesse di inizio stagione non erano comunque rosee, ma perdere due punti in un momento così cruciale del campionato ha più il sapore della chance mancata, che del punto guadagnato. Tra i vari problemi che assillano la mente dell'ex tecnico di Inter e Lazio, si annovera sicuramente la penuria offensiva di alcuni suoi interpreti, chiamati celermente a scuotersi dopo una fase tutt'altro che prolifica in zona goal.
Su tutti, il più deludente è Giovanni Simeone, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Nikola Kalinic ma ancora lontano da quell'esplosività ammirata durante la sua esperienza al Genoa. Se si escludono infatti isolate fiammate, si veda la prestazione importantissima contro la Roma, il Cholito ha spesso subito il peso dell'attacco, lottando molto in mezzo al campo e soffrendo il lavoro di protezione della palla chiesto da Stefano Pioli. Nonostante l'importante presenza di Thereau, cerniera preziosa tra i reparti, l'argentino non è riuscito ancora ad assestarsi, tendenza che di fatto ha abbassato notevolmente il numero di azioni pericolose della rosa.
Contro il Genoa, per esempio, le tante conclusioni non hanno portato i frutti sperati e solo 4 delle ventidue totali si sono in qualche modo avvicinate alla porta protetta da Perin. Troppo poche o forse abbastanza, se si ammettesse però la presenza di un attaccante pungente e dal piede caldo. In vista della prossima sfida in casa del Cagliari, l'obiettivo della Fiorentina sarà sicuramente quello di tornare a giocare bene, cercando una costruzione di palla che trovi in Simeone il riferimento offensivo, evitando cioè al Cholito un eccessivo lavoro "per la rosa" che potrebbe limitarne la potenza offensiva.