La sconfitta di Verona è stata come minimo pesante e il Milan prova a raddrizzare per l'ennesima volta questa stagione con un ritiro che suona come punitivo per tutta la squadra. L'allenatore è stato cambiato, ora i giocatori non hanno più alibi e finiscono in prima fila sul banco degli imputati per quello che sta succedendo. Marco Fassone prova a spiegare i motivi che hanno spinto la società, in accordo con Gattuso, a trattenere tutti a Milanello fino alla gara contro l'Atalanta.

Presente in centro a Milano per un evento legato a un libro, l'a.d. ha parlato così del ritiro: "Abbiamo lasciato passare la serata di domenica. C'è stato un momento di grande depressione, pensavamo ci fosse lo spirito giusto. Eravamo preparati e convinti che potessimo svoltare. Quando le partite finiscono in questo modo forse non hai la lucidità di prendere le decisioni nel modo più corretto e quindi abbiamo deciso di rivederci il giorno successivo. Ci siamo scambiati delle idee e abbiamo ritenuto che non ci fossero nè le condizioni giuste per ritrovarci la sera a festeggiare scambiandoci gli auguri di Natale e quindi abbiamo pensato a questi 4 giorni prima della partita di sabato, che assumono un rilievo speciale per parlarci, stare insieme, scoprire cosa non va e risolvere i problemi, perchè questo gruppo ha bisogno di capire il valore di essere Milan e cosa può rappresentare la sconfitta di domenica. L'abbiamo vissuta come un'umiliazione che non deve più succedere".

Fassone illustra ancora meglio il senso della scelta che è stata presa: "È un Milan nuovo, un progetto che sta nascendo, con tanti giocatori e dirigenti nuovi, una parte dello staff che ruota attorno alla squadra nuovo. Abbiamo avuto la possibilità di stare insieme nella tournèe di quest'estate, ma erano momenti di euforia, anche eccessiva a posteriori. E' un Natale strano, di lavoro. E' la prima volta che non ci si ferma a livello di calendario. La peculiarità delle cose ci ha fatto pensare sia stato giusto stare insieme". Ultimo passaggio dedicato ai tifosi, comprensibilmente delusi: "L'orgoglio che avevamo quest'estate vedendo la gente letteralmente incendiata per quello che avevamo fatto, vedere 4000 persone a Milanello per il raduno, 65mila contro il Craiova c'è. Sappiamo che nel calcio l'entusiasmo può crearsi velocemente, ma può anche discendere altrettanto rapidamente. Resta, però, la consapevolezza che quell'ambiente si può creare con i milanisti. E ciò mi dà la speranza che le favole rossonere possano continuare".