Che partita, quella che chiude questa diciassettesima giornata di Serie A, in un matchday a dire il vero un po' avaro di reti fino a questo momento. Atalanta e Lazio hanno aggiustato la media con il loro fantastico 3-3, con una gara che ha confermato le loro potenzialità offensive e la loro forte identità di gioco, ma che offre tanti spunti di discussione: dalle doppiette degli slavi Ilicic e Milinkovic-Savic, giocatori superiori stasera, agli episodi che hanno decisamente influenzato una gara il cui risultato fa comunque scontenti tutti: non serve alle Aquile per avvicinarsi alla zona-Champions, non serve alla Dea per riattaccarsi al treno delle big. Di seguito, la cronaca del match.
Gian Piero Gasperini opta per il solito 3-4-2-1 all'inizio della sfida. In porta c'è Berisha, davanti a lui il trio formato da Masiello, Caldara e Palomino. Hateboer e Spinazzola sono i tornanti, in mezzo Cristante fa coppia con Freuler. Ilicic e Gomez supportano invece Petagna in attacco. Dall'altro lato Simone Inzaghi sceglie lo stesso modulo ma in avanti è costretto a rinunciare allo squalificato Immobile: c'è dunque Caicedo, con alle spalle Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Andando a ritroso troviamo Marusic, Parolo, Lucas Leiva e Lulic sulla linea mediana, con Bastos, De Vrij e Radu in difesa. Strakosha completa il pacchetto arretrato.
Sin dalle prime battute, la gara risulta di discreta intensità, con degli spazi abbastanza ristretti e le squadre che difficilmente occupano più di 40-50 metri del terreno di gioco. Gli attaccanti, poichè costr pagano questa situazione ovviamente: le situazioni migliori sono per i nerazzurri, che però non mostrano particolare cattiveria nell'ultimo gesto in fase di rifinitura. L'atteggiamento degli ospiti è più bloccato e tendente alla ripartenza veloce. Ci pensa l'abilità dei bergamaschi da palla inattiva a rompere questi equilibri: Mattia Caldara rimane in area dopo un corner, Petagna invece si defila e dalla destra disegna un cross perfetto per l'incornata a centro area del difensore centrale, che insacca indirizzando la sfera con precisione verso l'angolo alla sua sinistra per l'1-0. All'improvviso il match è cambiato: Gomez pennella in profondità, Josip Ilicic attacca l'area e calcia al volo ad incrociare col mancino, anche se in caduta, sorprendendo Strakosha per il raddoppio immediato quando siamo soltanto al 22esimo.
Insomma, non c'è stato nemmeno il tempo di reagire per le Aquile, totalmente sorprese dall'uno-due dei propri avversari. Avversari che però rischiano seriamente di calare il tris: azione classica che si sviluppa sulla sinistra, col pallone dal fondo che si traduce in un rigore in movimento per Cristante. A botta sicura, l'italiano trova però un miracolo in tuffo di Strakosha, che tiene in vita i suoi. Questa parata diventa fondamentale nel momento in cui si scatena l'unico fuoriclasse in campo, Sergej Milinkovic-Savic: il 22enne, su un appoggio di Leiva, inizia poco prima della mezz'ora un azione personale che, dopo un gioco di suola al limite dell'area, si concretizza con un colpo da biliardo di sinistro. Un bacino al legno ed è 2-1, ma per il serbo non è abbastanza. Il cronometro segna 35' quando un'altra discesa dei biancocelesti lo premia, in particolare dopo un appoggio di Parolo, e lui tira col destro ancora sul primo palo rasoterra da circa 15 metri di distanza dal bersaglio, prendendo in controtempo Berisha e facendo 2-2. È abbastanza per la porzione iniziale del duello, che termina proprio su questo parziale.
Il secondo tempo è immediatamente influenzato da un episodio: dopo nemmeno quattro minuti di gioco Bastos stende ingenuamente in area il Papu Gomez, con una scivolata che non lascia dubbi: è calcio di rigore. Il penalty è affidato ancora ad Josip Ilicic, che è freddo e spiazza il portiere avversario, indirizzando il pallone alla propria sinistra, siglando così il 3-2. Ovviamente il vantaggio carica ancora di più i lombardi, che sprecano anche in questo caso però l'occasione per allungare immediatamente: sceglie il destro, sempre Ilicic, per la sua soluzione a giro dal limite che si spegne di poco oltre il secondo palo, questione di centimetri. Questa imprecisione viene però ben compensata da Berisha, che al 63esimo toglie dall'incrocio con un grande intervento la conclusione mancina di Lucas Leiva, dritta e caricata dalla media distanza. Il match vive in ogni caso degli strappi dei singoli: da posizione defilata si rende ancora pericoloso Gomez, ma la sua conclusione è tutto sommato semplice per Strakosha; sul corner che segue Caldara tra l'altro trova la doppietta personale, ma con una palese posizione di fuorigioco: l'intervento della VAR annulla la gioia del 4-2 per il giocatore di proprietà della Juventus.
In questi minuti la Dea spinge tanto, complice una confusione generale degli avversari, con l'obiettivo di chiudere definitivamente un confronto che però sembra proprio essere infinito. La più grande occasione, al minuto 73', ce l'ha ancora il Papu Gomez: si rinnova il suo duello con Strakosha, questa volta però con l'argentino lanciato a rete in situazione favorevole e frenato dall'albanese con un riflesso straordinario. Gli sforzi dei padroni di casa, insomma, non bastano: la dura legge del gol si fa valere anche in questa circostanza. Una grande combinazione, iniziata dal subentrato Felipe Anderson, vede Caicedo far tornare il pallone dalle parti di Luis Alberto, il quale dalla sinistra dell'area calcia d'interno e pesca l'angolo più lontano. 3-3, i minuti finali sono caratterizzati da una serie di ribaltoni tutt'altro che efficaci: l'unico episodio da segnalare è l'allontanamento dal terreno di gioco del tecnico Inzaghi, troppo veemente nelle proteste dopo un fallo di Hateboer su Radu. In campo, invece, la chance se la crea con una grande iniziativa sempre Gomez, che dalla lunetta calcia però largo - ancora una volta, non di molto - in pieno recupero. Il risultato finale è comunque un pareggio.