Una serata importante, ma non di gala. La Juventus vola nell'arena dell'Olympiacos con tanta pressione addosso, ma non per la difficoltà della sfida: il rischio dell'eliminazione dalla Champions League c'è, ma serve prima di tutto una vittoria dello Sporting Lisbona sul campo del Barcellona già qualificato e testa di serie. La seconda condizione è che, invece, i campioni d'Italia non riescano a vincere in trasferta contro la squadra già sicuramente ultima nel girone e con solo un punto guadagnato finora. Una combinazione di eventi difficile che significherebbe un disastro anche per Max Allegri, che sente più che mai vicina l'ottava qualificazione in carriera agli ottavi di finale. Nella conferenza stampa di oggi, il tecnico ha così presentato il match: "I blackout servono, devono servire e bisogna averli chiari nella mente per non rifare gli stessi errori. Bisogna quindi essere bravi a continuare, a mettere da parte le cose buone che abbiamo fatto e migliorare quelle che dobbiamo migliorare. La prestazione di Napoli non ci ha svoltato la stagione: ci ha permesso di accorciare su quelle in testa, per questo è una partita importante. Il nostro obiettivo è arrivare a marzo attaccato a quelle in alto".

In riferimento ad alcune dichiarazioni piuttosto citate del tecnico di qualche settimana fa, proprio lui risponde: "Avevo detto che eravamo da quarto posto perchè eravamo quarti. Che dobbiamo migliorare anche dopo Napoli è scontato: il risultato è importante, poi bisogna imparare a giocare la partita per più tempo possibile. Abbiamo giocato bene 25 minuti, poi un po' per qualità loro e un po' per tanti errori abbiamo fatto una partita più difensiva, nonostante abbiamo avuto le migliori occasioni".

Arriva qualche prima indicazione di formazione, con anche i dubbi che ci porteremo avanti realisticamente fino a qualche minuto dal fischio iniziale: "Higuain domani gioca, sta bene fisicamente e mentalmente. Domani tornerà a disposizione Mandzukic, ci sono due problemi che dovrò valutare: uno è Buffon, l'altro è Pjanic. La presenza o meno di Pjanic non determina se giochiamo a due o a tre a centrocampo. Se stanno bene giocano. Pjanic ha un affaticamento muscolare, Buffon un problema al polpaccio: abbiamo tanti giocatori che stanno bene, se non gioca Gigi gioca Szczesny. Domani è una partita molto più difficile rispetto a Napoli: domani non c'è tempo per recuperare, in campionato c'è. Domani o vinciamo o rischiamo di essere a casa, non possiamo rischiare la partita di Barcellona. Veniamo da uno sforzo importante a Napoli; abbiamo lasciato il primo posto a Siviglia due anni fa, quindi domani è una partita da giocare con grande attenzione e pazienza, in Champions non è mai facile vincere, soprattutto in trasferta contro una squadra che ha fatto solo un punto e vorrà chiudere bene il girone. La partita va affrontata con grande rispetto, senza pensare a cosa potrà succedere a Barcellona".

Sollecitato dai giornalisti, il toscano non si risparmia considerazioni - oltre che sulla formazione - sui vari giocatori e le loro recenti prestazioni:"Non ho ancora deciso come giocare. Di dietro con Chiellini out o gioca Rugani o gioca De Sciglio. Non è una questione di giocare a tre o a due: a Napoli abbiamo giocato sempre con i tre in mezzo al campo, c'era Matuidi e non Mandzukic, e dall'altro lato Douglas Costa che poteva darci del vantaggio e farci gli uno-contro-uno. Poi si è sacrificato in fase difensiva e questo dimostra che ha capito com'è il calcio italiano e com'è la Juventus. Domani non possiamo scherzare, è una partita di responsabilità: a Napoli siamo andati quasi da vittima sacrificale, poi son contento per i ragazzi che hanno vinto, ma deve diventare la normalità: non è che dobbiamo vivere di entusiasmo o depressione. I ragazzi devono giocare il campionato per vincerlo, giocare la Champions e vincere la Coppa Italia".

Nessun problema di turnover, se le partite sono così distanziate fra loro: "Abbiamo giocato quattro giorni fa, abbiamo avuto più tempo per recuperare e abbiamo tempo per la partita contro l'Inter. Ci sono giocatori che hanno giocato meno rispetto ad altri e sono in una buona condizione fisica".

In attacco ci sarà anche la Joya, per cui l'allenatore spende parole importanti: "Per Dybala domani è un test importante, deve pretendere molto di più da sé. Lui come gli altri non deve assolutamente accontentarsi ma chiedersi molto di più, lui anche di più perchè ha qualità importanti e deve tornare a fare prestazioni importanti e gol: deve tornare ad essere decisivo".

Rispetto alle scorse annate, la situazione della fase a gironi è molto diversa: solo cinque gol fatti dai piemontesi nelle prime cinque giornate... "La bellezza del calcio è che tutti gli anni sono diversi. L'anno scorso la squadra ha vinto tre trasferte su tre e segnato molti gol, l'anno prima stessa situazione ma con meno gol fatti, quest'anno abbiamo segnato meno e fatto peggio in trasferta: domani dobbiamo vincere, quindi dobbiamo segnare. Non c'è una spiegazione del fatto che abbiamo fatto meno, ogni stagione è diversa".

Tornando a parlare del campionato, il tecnico suggerisce una delle sue solite letture estremamente pragmatiche: "Dico di guardare a marzo perchè è matematica. L'Inter ha 39 punti, il Napoli 38, noi 37 e Roma e Lazio potenzialmente 36 e 35. Quindi fino a marzo, se nessuno perde sette partite di seguito, il campionato non si può decidere: il bello del calcio è avere tutte queste grandi sfide. Napoli, poi domani, poi l'Inter, poi la Roma: a certi livelli le grandi sfide sono quelle che ti danno emozioni, quelle che vuoi giocare".

Chiudiamo con un tipico estratto delle conferenze allegriane, quello in cui l'allenatore si sofferma a chiedere la solita applicazione ai suoi, piuttosto che soffermarsi sulla tattica: "Abbiamo giocato con quattro giocatori offensivi nella partita col Barcellona, con Andrea che faceva il terzino e terzo centrale; poi è normale che abbiamo un terzino che viene meno, a differenza di quando gioca Lichtsteiner o De Sciglio. In quel momento, poi, magari viene Cuadrado dall'attacco che fa il quinto: la differenza che fa la fa l'applicazione dei giocatori. Il lavoro che ha fatto Matuidi, un centrocampista, a Napoli, per sei mesi l'ha fatto Mandzukic, che è un attaccante che ci ha dato grande equilibrio e per noi è diventato importante".