Seconda sconfitta consecutiva per la Fiorentina che dopo esser caduta all'Ezio Scida di Crotone, perde al Franchi contro la Roma di Di Francesco, la squadra più in forma del campionato. Che il campionato della Viola sarebbe stato complicato lo si sapeva già da quest'estate, quando la dirigenza toscana ha rivoluzionato la squadra vendendo tutti i pezzi pregiati e decidendo di ripartire dai giovani, Chiesa su tutti. 

Ieri la Fiorentina doveva affrontare l'esame forse più complicato da inizio anno. La Roma è una squadra in fiducia, forte delle ottime prestazioni in Champions League e delle tre vittorie consecutive in Serie A, e ieri pomeriggio si è visto. Ormai i giallorossi sono una pretendente al titolo più che mai seria e i problemi di inizio stagione sono alle spalle, ma soprattutto la squadra di Di Francesco riesce a mantenere un livello di intensità altissimo per tutta la durata della partita ed è lì che la Viola ha pagato dazio. La squadra di Pioli ha disputato una partita dalle due facce, corrispondenti alle due frazioni di gioco: la prima alla pari degli ospiti, la seconda in loro balia. 

I giallorossi passano in vantaggio due volte grazie alla doppietta del ritrovato Gerson, mai così in palla da quando è all'ombra del Colosseo, ma la Fiorentina reagisce in entrambe le occasioni trovando la forza di tenere in bilico il match. La Viola gioca a viso aperto, corre e crea pericoli alla porta difesa da Alisson tramite ripartenze fulminanti che però svaniscono nel secondo tempo, quando i giovani toscani pagano il troppo sforzo dei primi quarantacinque minuti. Peccato di gioventù numero due dopo quello di Crotone. 

Infatti, nella ripresa, la squadra di Pioli cala drasticamente favorendo l'uscita della Roma che chiude il match con Manolas e Perotti. Nel post partita capitan Astori dichiara che la squadra deve crescere soprattutto nella gestione di gara, vero tallone d'achille della squadra fiorentina, e nell'essere più cinici quando si tratta di segnare. Certamente l'assenza di Thereau ha pesato, ma il fatto che Simeone non si sia ancora rivelato il puntero desiderato pesa altrettanto. Pioli avrà ora due settimane per lavorare su questi aspetti ed insegnare ad un gruppo giovane la gestione del match, di modo da saper quando affondare il colpo e quando rallentare i ritmi per non incorrere nell'errore di ieri.