A caccia del Mondiale. L'Italia di Giampiero Ventura è chiamata a non fallire nel doppio confronto con la Svezia che si disputerà prima a Stoccolma, poi a San Siro. Il CT ha diramato la lista dei ventisette convocati per la doppia sfida del playoff di qualificazione al Mondiale di Russia 2018, con un paio di ritorni e altrettante novità a fare da sfondo alla sfida agli svedesi: tornano dai rispettivi infortuni De Rossi e Verratti, al pari di Andrea Belotti, ma ciò che ha catalizzato l'attenzione dei più è stata senza dubbio la chiamata di Jorginho, centrocampista del Napoli, e di Simone Zaza, attaccante del Valencia, oltre che di Florenzi, oramai abile ed arruolabile a tutti gli effetti. 

Chiamate che, dopo un anno dall'annuncio dell'addio al 3-5-2 e il conseguente passaggio al 4-2-4, sembrano invece presagire il contrario. La necessità di fare risultato e non rischiare di tornare a Milano con l'obbligo di ribaltare una situazione spiacevole, di ritrovare equilibri e quadrature, potrebbero spingere l'ex tecnico del Torino a ridisegnare il proprio undici, soprattutto quello che scenderà in campo a Stoccolma nell'intento di non prenderle prima ancora che puntare a vincere la contesa. L'idea è quella di riproporre, come visto contro la Macedonia, il quartetto difensivo della Juventus dei sei scudetti di fila, con Barzagli, Bonucci e Chiellini davanti a Buffon. In mediana, come detto torna De Rossi, che agirà verosimilmente davanti alla difesa con Jorginho suo vice naturale con compiti chiaramente differenti, mentre Verratti e uno tra Parolo e Gagliardini potrebbero ricoprire il ruolo delle due mezzali. 

Sulle corsie laterali le opzioni non mancherebbero, con Florenzi - o Darmian - e Spinazzola a giocarsi le due maglie, mentre maggiori i dubbi risiederanno nelle scelte offensive. Lo schieramento a due punte costringerebbe Ventura a rinunciare - paradossalmente - ad Insigne, miglior giocatore per talento ed inventiva della rosa, preferendo al napoletano l'altro partenopeo Immobile e uno tra Belotti e Zaza, maggiormente avvezzi ad una gara di lotta e sacrificio piuttosto che di fioretto. La rinuncia al 4-2-4 vedrebbe sacrificati tutti gli esterni offensivi a disposizione di Ventura, ma resta difficile pensare ad un atteggiamento così spregiudicato con una mediana a due, così come complicato pronosticare un passaggio a un 4-3-3 mai utilizzato nella gestione del tecnico ex Bari. Venerdì il primo dei due appuntamenti, a dir poco decisivo, in vista del Mondiale: l'Italia e Ventura non possono sbagliare.