Doveva essere la partita della svolta, invece non lo è stata: il Milan non vince nemmeno contro l'AEK Atene. Nessun lampo accende la notte greca, ne consegue un misero pareggio senza reti: un attacco che fa fatica a segnare, ultimamente le conclusioni verso la rete avversaria sono poche e quasi mai efficaci (vedi contro i bianconeri ndr). Anche ieri la solfa non è cambiata: l'unica azione del Milan ha portato al palo colpito da Montolivo. Era lecito attendersi qualcosa in più.

acmilan
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Un pareggio che non produce le tanto attese scosse richieste da Montella. La partita contro i greci doveva essere la gara della svolta, dopo la sconfitta interna contro la Juventus, ed invece si è trasformata in una serata che lascia dubbi ed incertezze sul futuro dei rossoneri. Un successo avrebbe dato al club di via Aldo Rossi la quasi certezza della qualificazione al prossimo turno di Europa League. Forse l'unica cosa positiva è proprio la classifica che vede ancora i rossoneri al primo posto del girone, due punti sopra l’AEK. 

I dati parlano chiaro: il Milan non sa davvero più vincere. Nell'ultimo mese, i rossoneri hanno vinto solamente una volta contro il Chievo Verona e poi nulla. La squadra di Montella sta attraversando una crisi che dura ormai da settimane. Ovviamente i risultati negativi non aiutano i giocatori, ma questa non può essere una scusante: André Silva e Cutrone si sono visti poco, come Calhanoglu. Le cose sono migliorate con l’ingresso nel secondo tempo di Suso, ma lo spagnolo non può da solo cambiare le sorti della squadra. Una cosa è quasi certa: a questo gruppo manca personalità. I rossoneri non hanno coraggio, non hanno idee. 

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E Montella?

"E’ da tempo che sto guardando da vivo il mio funerale e questo è un vantaggio. Poi non so cosa succederà, ma la società mi sostiene". 

Vincenzo Montella resta appeso ad un filo che, giorno dopo giorno, è sempre più fragile. Il gioco non si vede, e l'allenatore resta sotto esame in vista di domenica e soprattutto della sosta. L'allenatore del Milan inizia ad innervosirsi. Quella di domenica è decisiva per le sorti del tecnico campano sia in caso di vittoria, ma soprattutto in caso di sconfitta e potrebbe essere davvero la sua ultima chiamata. Il condizionale è d'obbligo in questi casi, ma un altro passo falso potrebbe costargli seriamente la panchina rossonera.

Cosi non va proprio.