Se volessimo capire, fino in fondo, l'istinto famelico di Higuain basterebbe ingrandire l'obiettivo su di lui ogni qualvolta segni o ci vada molto vicino. Lo sguardo sgranato, quella pupilla si dilata in maniera direttamente proporzionale alla precisione del tiro e all'esito che questo avrà. Un inizio di stagione tribolato, causa scarsa forma fisica e assenza di gol, in cui l'attaccante argentino era la parte sbiadita di un bianco e nero forte ma vulnerabile. Irriconoscibile con annessa panchina di Allegri nel derby contro il Torino, una sorta di sveglia che ha cambiato il pensiero di Higuain che ieri, in quel di San Siro, è tornato senza se e senza ma.

Forse non era mai andato via ma la prestazione di ieri è stata encomiabile sotto tutti i punti di vista. Bisogna partire, per forza di cose, dalla doppietta a una squadra, il Milan, a cui aveva segnato solo due reti e ieri ha raddoppiato il suo scorse facendo 100 e 101 in Serie A. Il primo sigillo è potenza pura, la capacità di guardare porta e piazzamento di Donnarumma anche se il capo è chino, un missile destro che poi non può lasciare scampo a nessuno. Il secondo è un capolavoro (si, proprio cosi) in cui la tecnica e il senso della posizione si fondono nell'immediato creando quella finta "geometrica" che vale già più di mezzo gol. Poi basta piazzarla dal limite, è un gioco da ragazzi per uno dei migliori attaccanti del pianeta. 

Qualcosa era cambiato in lui, si era visto già dalla sfida con l'Udinese in cui Buffon lo aveva messo davanti a tutti quando a fine partita dicendo: "Guardatevi la partita che ha fatto Higuain, dobbiamo essere tutti come lui". Sono proprio quelle parole che hanno cambiato Gonzalo che, nelle ultime due partite, ha messo a segno tre reti. Le statistiche con la maglia della Juventus sono impressionanti: 39 reti in 70 partite tra campionato e coppe mentre in Serie A fanno 101 in 153 presenze tra Juventus e Napoli. Non è tornato, è sempre lo stesso come confermano le sue parole al termine dell'incontro col Milan: "Sono lo stesso giocatore di prima, anche dopo aver segnato 101 gol. Quando mi hanno annullato il gol con la Spal avevamo detto che il destino era farlo a San Siro. Io non ascolto le critiche o gli elogi. Provo sempre a essere lo stesso, sono felice per la partita e per il grande sforzo della squadra. Non rispondo mai a chi mi critica, voglio solo aiutare la squadra e questi gol sono per tutti quelli che hanno sempre creduto in me, ma non per gli altri. Siamo forti e quando giochiamo così è difficile batterci. Non abbiamo subito gol e questo era importantissimo".

Sono sempre Gonzalo lo stesso. Potrebbe essere riassunta cosi la giornata, o meglio, la serata del Pipita che con questi due gol è arrivato a sette in stagione in quindici partite. Lo show è appena iniziato.