Era l'uomo più atteso e non ha deluso le aspettative: Gonzalo Higuain fa un sol boccone del Milan e con una doppietta (e con il 100esimo col in Serie A) regala alla Juventus il primo big-match stagionale, dopo la sconfitta con la Lazio. Per la squadra di Montella una prestazione fatta di luci ed ombre: una partenza in quarta che ha inizialmente messo in grande difficoltà i bianconeri, giocando però a ritmi impossibili da mantenere per tutti i 90 minuti. La Juventus è uscita alla distanza e dopo il primo quarto d'ora ha iniziato a farsi vedere dalle parti di Donnarumma, fino al primo gol del Pipita che ha reso in discesa il match. Nel secondo tempo il Milan riprova a partire forte, ma anche questa volta dopo i primi 10 minuti i ritmi sono calati e la Juventus riprende in mano il pallino del gioco, chiudendo i conti al 63' ancora con Higuain. Classifica di Serie A che si fa sempre più interessante, con una Juve tornata ai suoi livelli e tante avversarie più forti rispetto allo scorso anno.
Montella sopperisce all'assenza di Bonucci con un terzetto difensivo formato da Zapata, Romagnoli e Rodriguez. L'allenatore rossonero cerca la superiorità numerica soprattutto a centrocampo, con un 3-4-2-1 che vede Kessie e Biglia lavorare al centro, con Abate e Suso sulle fasce. Davanti tocca a Kalinic, con alle sue spalle Suso e Calhanoglu. La Juve risponde con il solito 4-2-3-1 e con una formazione praticamente annunciata alla vigilia, nonostante l'incombente serata di Champions League: dentro tutti i titolari, come giusto che sia per un big match del genere. A riposo solo Alex Sandro, sostituito da Asamoah, mentre a destra c'è Lichtsteiner che in Europa non può scendere in campo. Per il resto formazione tipo con Khedira e Pjanic in mediana e i soliti 4 là davanti.
Pressing alto e immediato del Milan fin dal calcio d'inizio, con la squadra di Montella intenzionata a non farsi schiacciare dai bianconeri. Al secondo minuto è Rodriguez a impensierire Buffon su calcio di punizione da posizione defilata, ma il portiere bianconero è attento e ci mette i pugni. I primi 5 minuti sono un incubo per la Juve, che soffre la partenza arrembante dei padroni di casa. E' Higuain a caricarsi la squadra sulle spalle: corre, lotta, prende falli, arretra e va a prendersi il pallone a centrocampo. La prima occasione per i bianconeri arriva al 12', con Mandzukic che guadagna un bel calcio di punizione su fallo di Zapata: sul pallone va Miralem Pjanic, la cui parabola trova stavolta la deviazione della barriera. Sul successivo corner, però, è ancora la Juve ad attaccare, fino a quando non ci pensa Donnarumma ad uscire e interrompere l'azione bianconera dopo due minuti all'attacco.
La squadra di Allegri però ha preso coraggio, superando la difficile fase iniziale. Al 17' Dybala accoglie il suggerimento di Cuadrado verso il limite e inizia a sporcare i guantoni di Donnarumma, che blocca in due tempi. La Juve si è ormai sbloccata e l'azione del 23' non lascia scampo ai rossoneri: Pjanic imposta a centrocampo trovando sulla trequarti Dybala, l'argentino verticalizza per Gonzalo Higuain che brucia Romagnoli e in diagonale fulmina Donnarumma, firmando il 100esimo gol in Serie A. Il Milan reagisce subito: Borini vince un contrasto con Cuadrado a sinistra, controlla e mette in mezzo per il taglio di Kalinic, che arriva mezzo secondo dopo e manca il pallone del pari. I rossoneri non mollano, ma sembrano meno incisivi rispetto all'inizio. Ci prova Suso al 38' con un tiro non irresistibile, poi Biglia due minuti dopo con risultato analogo. Quando il primo tempo sembra trascinarsi inesorabilmente verso l'intervallo arriva al 45' l'ultima fiammata della frazione: cross di Rodriguez per la testa di Calhanoglu, che prolunga su Kalinic il quale, davanti a Buffon, colpisce la traversa, complice anche la deviazione del portiere bianconero; sulla ribattuta arriva lo stesso Calhanoglu che viene però murato da Rugani.
Nel secondo tempo è di nuovo il Milan a partire forte, prima con Kessie che manda alto un buon tiro da fuori e poi con Kalinic che non sfrutta un bel suggerimento in area di Suso. La Juve però dopo 10 minuti prende campo e sfiora ancora il gol con Dybala, che riceve da Cuadrado e sterza su Biglia, prima di sprecare tutto con un tiro alto e poco preciso. Montella corre ai ripari con Locatelli e Antonelli per Abate e Biglia, ma non c'è nemmeno il tempo di entrare in campo che la Juve trova il raddoppio: azione di Asamoah a sinistra che vede e serve Dybala al limite dell'area, velo della Joya per l'arrivo di Higuain che controlla, finta su Rodriguez e con il destro batte per la seconda volta Donnarumma. Allegri si copre con Barzagli e Alex Sandro, che sostituiscono Lichsteiner e Asamoah, mentre Montella si gioca l'ultima carta con Andre Silva per Calhanoglu.
E' ancora la Juve a sfiorare il gol, con Chiellini che svetta su cross di Dybala, liberandosi della marcatura di Zapata e mandando alto di testa. Il Milan cerca nuove idee per il finale, ma la squadra di Allegri chiude ormai tutti gli spazi, rendendo difficile l'ultimo assalto dei rossoneri. Ci prova ancora Dybala che impegna Donnarumma dalla distanza e arrivano anche i primi mormorii da San Siro, che reclama ancora una volta la mancanza di cinismo sotto porta e una personalità a tratti carente. Khedira lascia il campo a Matuidi per gli ultimi 5 minuti di una partita che sembra ormai ampiamente nelle mani dei bianconeri. Dall'altra parte ci prova Kessie, il cui tiro diventa un campanile su cui arriva prima di tutti Buffon, generando la rabbia di Allegri.
I quattro minuti di recupero sono semplice formalità per i bianconeri, che gestiscono bene il vantaggio e non concedono nessuna occasione al Milan nel finale. Per i rossoneri ennesima partita in casa conclusa senza reti, mentre la squadra di Allegri trova forse il miglior Higuain della stagione e una squadra finalmente compatta e sul pezzo per tutti i 90 minuti, e che soprattutto questa volta non ha subito gol, dopo un periodo difficile sul piano difensivo. Vittoria bianconera che mette pressione alle avversarie, e ricorda - semmai ce ne fosse bisogno - che la Juventus è ancora lì e ha intenzione di restarci a lungo.