Sono i due protagonisti principali, sponda bianconera, a prendere parola dopo la grande vittoria della Juventus contro il Milan a San Siro, nella tana del Diavolo. Gonzalo Higuain e Gianluigi Buffon hanno deciso la partita: il primo con una doppietta; il secondo con una eccezionale parata su Nikola Kalinic.
Il primo a parlare è l'argentino, che vince anche la palma di migliore in campo grazie ai due gol messi a segno, rispettivamente il centesimo ed il centounesimo in Serie A: "Quando me l'hanno annullato con la Spal (il 100esimo gol, nda) avevo detto che il destino era farlo qua a San Siro e ne ho fatti due, penso che non sia male - commenta il Pipita -. Loro hanno iniziato meglio, ma noi abbiamo giocato da grande squadra e il gol ha indirizzato la partita, abbiamo meritato la vittoria. Allegri aveva detto che a S Siro le partite non finiscono mai e ha ragione. Siamo rimasti concentrati fino alla fine, rischiando solo sulla traversa a fine primo tempo. Adesso riposiamo e cerchiamo di qualificarci a Lisbona".
Gli fa eco anche il capitano della Juventus, Gigi Buffon, che a Sky Sport ha così commentato la sua parata su Kalinic: "Come dico sempre, quando le antenne sono dritte le parate e le reazioni arrivano di conseguenza. Questo è l'unico modo che conosco per restare a certi livelli ed esprimere il mio potenziale". Il portiere bianconero poi continua ad analizzare la partita, senza lesinare complimenti verso il proprio numero nove: "Secondo me siam stati molto bravi, perché volevamo partire aggredendoli, invece ci siamo trovati ad affrontare un altro tipo di partita ed è diventato complicato trovare una giocata che ci permettesse di respirare e fare male a loro. Siam stati bravi perché abbiamo capito che era il momento di soffrire, sacrificarsi e mettere esperienza in campo. Abbiamo dato le risposte che ci si aspetta da questa squadra. Higuain? L'ho abbracciato per la soddisfazione ed il riconoscimento ad un giocatore che si è rimesso in discussione. Ad Udine gli ho fatto i complimenti perché ho visto l'atteggiamento di chi non vuole andare nel dimenticatoio, ma di chi ancora vuole scrivere pagine importanti. Questo lo fai attraverso il sacrificio, mettendoti a disposizione e facendo da esempio agli altri. Oggi ha cantato e portato la croce".
L'analisi di Buffon si sposta poi anche sull'approccio alla gara, molto diverso rispetto a quelli con Atalanta e Lazio: "Quando hai sfortuna, per esempio i pali con la Lazio e i rigori sbagliati, è perché non hai messo in campo la ferocia per vincere e quindi non vieni premiato. Quando invece ci metti questo tipo di agonismo e ferocia, non sai perché, ma colpisci il palo e la palla va dentro. Si dice casualità, ma io al caso non ci credo". La chiusura è dedicata alla sua decisione di smettere a fine stagione, nonostante sia ancora uno dei più forti al mondo: "Smetto perché c'è un tempo per tutto e devo rispettare le scelte che fa una società comprando portieri più giovani e magari anche più forti di me. E' inevitabile che loro devono prendere la mia eredità e io non devo essere di impaccio, devo solo allenarmi per concludere nel migliore dei modi la mia carriera, onorandola fino in fondo".