Il ritorno a casa. Giampaolo Pazzini affronta la squadra dove è cresciuto nello stadio che è stato la sua tana per 6 anni, tra giovanili e professionismo. Arrivato a Zingonia nel 1999, a 15 anni non ancora compiuti, Pazzini cresce nel settore giovanile dell’Atalanta per 4 anni, prima di debuttare in prima squadra nell’agosto 2003, in Coppa Italia; la prima stagione da professionista la disputa nel campionato di Serie B, in cui realizza 9 goal e contribuisce alla promozione della Dea in Serie A. In massima serie gli bastano solo 6 mesi – ed un goal al debutto contro il Lecce - per mettersi in mostra con la maglia nerazzurra, tanto che nel gennaio 2005 la Fiorentina sborsa per lui 6 milioni e mezzo di euro per portarlo all’Artemio Franchi alla corte di Cesare Prandelli.
Non è però di certo la prima volta che l’attaccante si trova contro l’Atalanta, ed i numeri evidenziano come sia un ex spietato: 8 goal, di cui 3 all’Atleti Azzurri d’Italia, in 17 match, con uno score di 7 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte – tutte subite quando vestiva la maglia del Milan. Nella stagione 2015-16 Pazzini ha giocato contro questo avversario vestendo la maglia dell’Hellas Verona: 1-1 a Bergamo e successo degli scaligeri per 2-1 al Bentegodi, con rete decisiva a cinque minuti dalla fine proprio dell’ex.
In questo inizio di stagione le cose non sono partite con il verso giusto, tra panchine, polemiche ed incomprensioni con il tecnico Fabio Pecchia, anche se i numeri non sono così negativi: 9 presenze in 9 giornate, di cui 5 da titolare, e 3 reti, tutte su rigore, contro Napoli, Torino e Chievo. Ora però la situazione potrebbe cambiare, perché il Verona ha bisogno di una decisa sterzata in termini di risultati e sarà necessaria la guida di gente esperta come Giampaolo Pazzini, seguendo l’esempio di Luca Toni, vero e proprio trascinatore a suon di goal e di carisma.