Ennesimo, brutto step, per il Milan, che a San Siro non va oltre lo 0-0 contro il Genoa. A causa dell'espulsione di Bonucci al 25', i rossoneri sono costretti a riordinarsi, non pungendo particolarmente sotto l'aspetto offensivo. Si salva solo Suso, che ha spesso cercato la rete ed altrettante volte ha provato a servire, inutilmente, Kalinic e Borini.
Padroni di casa che scendono in campo con il 3-4-2-1: davanti a Gigio Donnarumma, difesa a tre composta da Zapata, Bonucci e Rodriguez. Dietro all'unica punta Nikola Kalinic, i trequartisti scelti da Montella sono Calhanoglu e Suso, con Bonaventura e Borini lanciati sulle face dal primo minuto. In mediana, invece, confermati Biglia e Kessie. Un più coperto 3-5-2, invece, per gli ospiti, che si affidano a Taarabt e Galabinov in avanti. Perin in porta, con Izzo-Rossettini-Zukanovic in difesa. Per scardinare la difesa rossonera, Juric lancia Taarabt e Galabinov, pronti a ribadire in rete gli assist degli esterni Rosi e Laxalt. Al centro, Rigoni, Veloso e Bertolacci.
Gara subito molto offensiva, da parte del Milan, che nei primi minuti mette davvero alle corde il Genoa: al 2' bel colpo di testa di Calhanoglu fuori di poco, tre minuti dopo è invece poco pungente la conclusione di Biglia, servito ottimamente in area da Kalinic. Non ponendo fine al momento positivo, al 6' buona trama del Milan, con Borini che prova un destro sventato da Perin. Ottima, nell'occasione, l'idea di Suso, che attira a sé due uomini e consente al compagno di concludere. Il tanto attaccare non porta però risultati, con il Milan che non riesce a concludere positivamente e a battere Mattia Perin. I rossoneri, infatti, se facilmente riescono a superare la trequarti, difettano in fase realizzativa, proponendo un lungo ma inutile giropalla.
Al quarto d'ora di gioco, idea di Rodriguez, il cui mancino finisce però ampiamente fuori. Come se non bastasse, i grattacapi di Vincenzo Montella aumentano al minuto numero venticinque, quando uno scellerato ed irriconoscibile Leonardo Bonucci si fa espellere a causa di una gomitata in mischia ai danni di Rosi. Il Var non perdona e l'ex Juventus viene mandato sotto la doccia dal signor Giacomelli. Con l'uomo in meno, la prestazione del Milan si assesta sui binari dell'equilibrio, con il Genoa che nel contempo non si rende particolarmente pericoloso. I ragazzi di Juric, si mettono infatti in evidenza solo sul finale di frazione e con Rigoni, doppiamente in evidenza: al 43', il numero 30 tocca fuori su cross di Laxalt, due minuti dopo il suo colpo di testa viene sventato da Donnarumma.
Secondo tempo più propositivo, per il Genoa, che cerca di far valere l'uomo in più e di indirizzare positivamente la sfida. Al 56' grande occasione per Bertolacci, il cui destro sfiora il palo della porta protetta da Donnarumma. Appena due minuti dopo, è invece il collettivo di casa a rendersi pericoloso con Suso, che lascia partire un mancino da punizione disinnescato con qualche difficoltà da Mattia Perin. Durante la mischia, Kalinic cade e chiede un rigore, non convincendo però Giacomelli. Pochi squilli, comunque, nella seconda frazione, con Milan e Genoa che si affidano soprattutto a sprazzi isolati per marcare la prima rete di gara. Al 69' miracolosa parata di Donnarumma su Lapadula, pescato in offside, circa cinque minuti dopo ha invece del clamoroso la chance mancata di Kalinic, che servito da Suso non riesce a concludere in porta, mandando fuori.
Affidandosi all'imprendibile Suso, il Milan attacca molto sull'out destro, trascinata proprio dallo spagnolo numero otto. All'80', ancora l'ex Genoa in evidenza, il suo suggerimento per Borini non si tramuta però in assist: la conclusione dell'11 è infatti rimpallata da un difensore. All'87' accade l'ultimo squillo di gara, con Zapata praticamente provvidenziale su Lapadula, lanciato in rete. La sfida, chiusa dopo due minuti aggiuntivi, non regala altre emozioni: il Milan sbatte dunque contro il Genoa, mancando quel successo che avrebbe portato serenità all'ambiente. Migliore in campo per i padroni di casa, Suso. Per gli ospiti in evidenza Taarabt.