Ciò che più di tutto ha colpito già dalla lettura delle formazioni di Lazio-Juventus è stata l’assenza di Paulo Dybala dall’undici titolare, in una partita importantissima in ottica classifica. Le immagini dell'argentino, sorridente ma amareggiato in panchina, hanno colpito fin da subito gli appassionati, facendo nascere interrogativi su interrogativi su questa inaspettata esclusione, soprattutto perché nelle formazioni della vigilia il giocatore sembrava sicuro del posto.

Certamente per il fantasista argentino non è stato un periodo facile: dal rigore sbagliato con l'Atalanta fino alla panchina con la nazionale, in una situazione molto delicata in ottica qualificazione mondiale, fino ai problemi di salute che gli hanno impedito di allenarsi al ritorno a Torino, che si sono aggiunti al comunque stancante cambio di fuso orario. Scelta di Allegri che quindi non è parsa di per sé sbagliata, soprattutto perché nel primo tempo la Juventus ha creato, anche se non tantissimo (anche a causa dei ritmi bassissimi del match) e con un po' di fortuna in più e senza uno Strakosha in formato Superman il parziale al 45' sarebbe stato anche più pesante. 

Quello che succede nella ripresa, però, cambia le carte in tavola: l'immediato pareggio della Lazio dopo soli tre minuti dal ritorno in campo fa chiamare a gran voce il nome di Dybala, ma Allegri aspetta e anzi comincia a pensare a Bernardeschi. Inizialmente il campo gli dà ragione perché poco dopo Higuain ha sui piedi la palla del 2-1, ma quando il secondo errore difensivo regala ad Immobile il rigore del vantaggio, l'ingresso della Joya diventa assolutamente necessario. Invece, l'allenatore bianconero, aspetta altri 12 minuti per schierare il numero 10, al 66', nonostante lo Stadium (e anche buona parte degli addetti ai lavori) reclamasse già da un po' il suo ingresso in campo.

Com'è andata a finire poi lo sappiamo tutti: Paulo è apparso ad intermittenza - come spesso gli capita - e ha sfiorato il pari con un grandissimo sinistro al volo prima di presentarsi dal dischetto due settimane dopo Bergamo. Il risultato è stato lo stesso, segno anche di una mancanza di serenità evidente che forse dà ragione ad Allegri nell'averlo schierato solo in situazione di emergenza. Non possiamo ovviamente sapere quali fossero le reali condizioni dell'argentino, ma a maggior ragione in un periodo come questo va data fiducia all'allenatore e alle sue scelte, visto che quanto a gestione di Dybala, dal suo arrivo alla Juve fino ad oggi, Allegri ha sempre dimostrato di vederci lungo.