L'amore non finisce mai: un po' come quello tra Silvio Berlusconi ed il Milan. L'ex presidente non avrebbe mai voluto lasciare il club rossonero, ma è stato costretto a farlo.
Ieri il Corriere della Sera ha riportato i pensieri e alcune esternazioni private fatte proprio da Berlusconi sull'attuale Milan. Quattro i punti principali:
- Sulla nuova proprietà: "Non si era mai visto in una squadra il cambio di 11 giocatori. Con tutti quei soldi non si poteva acquistare un top player?".
- Vincenzo Montella: "Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella".
- L'esclusione di Suso e Bonaventura: "Spiegatemi come possono finire in panchina Suso e Bonaventura".
-La fascia di capitano a Bonucci: "E’ stata data la fascia da capitano a un calciatore che per anni è stato la bandiera della Juve. C’è Montolivo, andava affidata a lui".
Critiche, tormenti, guardando l'andamento della squadra giudicato
insufficiente dopo i primi scivoloni in campionato. La Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina ha voluto analizzare le pesanti stoccate nei giorni che portano al derby. Silvio Berlusconi aveva rifiutato la presidenza onoraria, ma per il resto non hai mai avuto screzi e/o litigi con Mr. Li, tantomeno con Fassone o Mirabelli. Dunque per il giornale sportivo queste sue bacchettate sono valutazioni generiche, ma il motivo, come sottolinea la rosea, potrebbe essere: l'ex presidente del Consiglio a malincuore ha accettato di vendere il Milan per consentire al club di tornare ai vertici del calcio italiano ed europeo, al momento l’operato della nuova società non lo convince.
Dalla dirigenza di via Aldo Rossi non è arrivata alcuna replica, non si è provato nemmeno a contraddire le parole del Presidente più vincente della storia del Milan. Però le tempistiche dello sfogo non sono state gradite ed in particolare filtra stupore per l’accusa di freddezza da parte dell'ex patron. A Milanello si continua a pensare ai problemi interni, già numerosi e pesanti.
Una cosa è chiara e sicuramente mette d'accordo tutti: il Milan deve tornare ad essere il Milan.