Due gol, due assist, 180 minuti su 180 in campo. Nonostante la faraonica – almeno per gli standard degli ultimi anni – campagna acquisti del Milan, all’inizio di questo campionato il punto fermo della squadra di Montella sembrava lo stesso dell’ultima stagione: Suso, all’anagrafe Jesus Joaquin Fernandez Saez de la Torre. Il folletto spagnolo è definitivamente esploso nel 2016, dopo che i rossoneri lo avevano spedito (dopo averlo acquistato dal Liverpool nel 2015) a farsi le ossa, se mesi, in prestito al Genoa. Da subito Vincenzo Montella ne ha fatto un elemento fondamentale, largo a destra, nel suo 4-3-3: 37 presenze, 7 reti e 11 assist il profitto di una stagione da urlo.  

Come accennato, l’inizio della nuova stagione sembrava ancora sorridere allo spagnolo, che con la sua abilità di saltare l’uomo sul mancino, oltre ad un piede molto educato sui calci piazzati, rappresentava il pericolo numero uno per gli avversari del Milan. Ora, però, Suso è diventato un problema da risolvere.

L’arrivo di Bonucci ha quasi costretto Vincenzo Montella a schierare la difesa a tre, per valorizzare al massimo l’ex-Juve e dare l’occasione di crescere a due talenti in prospettiva validissimi come Romagnoli e Musacchio. Anche Conti (ora infortunato) e Rodriguez hanno dimostrato più volte di essere più a loro agio da esterni di centrocampo, con a carico le due fasi, che da terzini limitati in fase di spinta. Il problema, però, è come organizzare, appunto, la fase offensiva. Fino ad ora il tecnico ha optato per un 3-5-2: troppo ghiotta la possibilità di usare Calhanoglu da mezz’ala con due centrocampisti di fosforo e muscoli (Biglia e Kessié) a coprirgli le spalle, così come quella di schierare in contemporanea due delle tre punte a disposizione, che verosimilmente saranno sempre più spesso Kalinic e André Silva, con Cutrone ad entrare dalla panchina.

Montella si è più volte detto convinto che Suso possa rendere benissimo anche da seconda punta, ma i fatti non gli danno ragione. Quando è sceso in campo con questo modulo, lo spagnolo è sembrato spaesato, sia per quanto riguarda la posizione sul terreno di gioco che dal punto di vista delle idee. La sua tendenza naturale è quella di allargarsi sulla sinistra, ma i suoi spazi erano occupati da Conti, o dal sostituto Abate nelle ultime partite; mentre agire da trequartista centrale ne restringe sensibilmente spazio e tempo di azione, costringendolo a giocate rapide in fazzoletti di campo a cui non è abituato. Stesso dicasi per l’attacco della profondità: Suso non è un attaccante e probabilmente farebbe fatica anche nel ruolo di falso nueve. Di fatti, l’ex-Liverpool (come il suo compagno Bonaventura) è passato da eroe della patria a peso  ingombrante da sistemare, ed il minutaggio progressivo parla chiaro: titolare e non sosttuito nelle prime due di campionato contro Crotone e Cagliari, sostituito al 74’ ed al 69’ rispettivamente a Roma contro la Lazio (4-1), e contro l’Udinese (2-1). E ancora, subentrato al 62’ contro la SPAL, sostituito al 78’ contro la Sampdoria, tutta la partita in panchina nell’ultima sconfitta, 2-0 contro la Roma a San Siro. Nonostante i sorrisi di facciata in occasione del rinnovo fino al 2022, è evidente che ora il cielo di Suso, come quello del Milan in generale, è cupo e nuvoloso. Sui giornali iniziano a rimbalzare già le voci sull’interessamento di possibili acquirenti del suo cartellino, in particolare Real Madrid, Atletico e Siviglia, ma la sensazione è che sia decisamente troppo presto per privarsi di lui.

Anche perché, il destino sembra strizzare l’occhio al talento spagnolo, così come a Bonaventura: l’infortunio di Kalinic, a serio rischio per il derby con l’Inter della prossima settimana, e la squalifica di una giornata per Calhanoglu liberano due posti nell’XI titolare. Guardacaso, proprio i due posti che servono ai nostri osservati speciali. Montella potrebbe dargli un’altra chance, anche se di nuovo nel 3-5-2: l’allenatore del Milan sarà riuscito a risolvere l’incompatibilità tra modulo e interpreti? Riuscirà Suso a tornare l’arma letale che era nella scorsa stagione? In caso di risposta negativa, un orizzonte di problemi potrebbe aprirsi davanti ai rossoneri.