E' stata la partita del riscatto, quella che doveva riportare la vittoria europea alla Juventus dopo quattro mesi, ma è stata soprattutto la partita di Gonzalo Higuain. Il pipita parte ancora dalla panchina, entra in una fase di partita delicatissima e con un guizzo da attaccante puro sblocca un match che sembrava fossilizzato sullo 0-0. Bisognava vincere e così è stato, seppur con grande sofferenza. La Juve supera l'ostacolo Olympiacos e porta a casa i primi punti della sua Champions League, raggiungendo anche lo Sporting Lisbona, sconfitto in casa dal solito Barça.
Allegri è costretto a rinunciare all'ultimo minuto a Pjanic, fermato da un problema nel riscaldamento: al suo posto Bentancur. Davanti confermato Mandzukic unica punta, con Higuain nuovamente relegato in panchina. Per il resto formazione tipo con la difesa a 4 che vede Sturaro terzino destro come contro la Fiorentina e la coppia Chiellini-Barzagli al centro. Dall'altra parte la sorpresa è l'esclusione di Marko Marin, elemento di maggior talento della squadra. Lemonis punta su forza e corsa preferendogli Sebà.
Olympiakos molto contratto fin dal primo minuto, mentre i bianconeri prendono le misure cercando di capire quali potrebbero essere gli spazi giusti. Al 5' è Barzagli a cercare il taglio centrale di Matuidi, che non riesce a stoppare un pallone molto difficile ma che lancia un segnale importante: sotto pressione i greci soffrono gli inserimenti. I bianconeri spingono, pur senza forzare o strafare inutilmente, anche perché i difensori di Lemonis sono bravi a recuperare palla in pressing alla prima incertezza avversaria. Succede al 13' quando Matuidi in impostazione regala letteralmente il pallone a Odidja che serve subito l'accorrente Sebà a sinistra: l'attaccante brasiliano rientra sul destro e calcia alto di poco, suscitando le ire di Buffon. L'Olympiacos prende coraggio mentre la Juve deve riordinare le idee e riprendere in mano il match. L'occasione arriva al 28' direttamente su calcio d'angolo di Dybala, che costringe Proto a togliere il pallone dalla testa di Douglas Costa, e sul successivo cross è Alex Sandro a colpire, mandando alto.
La fiammata arriva al 34': taglio di Mandzukic che favorisce l'inserimento di Cuadrado a destra, cross al centro e proprio il croato trova il miracolo di Proto. Il portiere belga si ripete un minuto dopo sul corner, stavolta sull'inzuccata di Sturaro in piena area di rigore. Sulle palle alte i greci soffrono, e ancora una volta è Silvio Proto a doversi superare su un altro colpo di testa di Mandzukic dopo il gran cross di Alex Sandro. La partita si è accesa e c'è spazio anche per l'Olympiacos: bel contropiede di Pardo che scende dalla destra, rientra e col mancino chiama Buffon al primo tuffo del match. Il campo adesso è più aperto, e con più spazi la Juventus riesce ad esprimersi meglio. Il finale di partita è tutto di marca bianconera e per altre due volte il gol non arriva per pochissimo: prima Dybala dal limite fa volare ancora Proto, poi sul controcross basso di Douglas Costa è Koutris ad intervenire, mandando il pallone sul proprio palo.
Il secondo tempo inizia a ritmi più bassi rispetto a com'era finito il primo: la Juve cerca nuove soluzioni mentre i greci attendono passivi. La prima occasione arriva su calcio piazzato: Dybala sorprende tutti non calciando verso la porta ma toccando per la botta di Douglas Costa, che apre la barriera ed esce a lato di pochissimo. All'improvviso però è l'Olympiacos a creare scompiglio nella retroguardia bianconera: ancora Pardo ad orchestrare il contropiede fino alla trequarti, poi l'ultimo passaggio viene intercettato da un grandissimo Barzagli. Il pallone resta lì ed è Sebà a provare dalla distanza, mandando alto. Dopo un'ora di gioco Allegri prova la carta Higuain, che entra al posto di Cuadrado. Mandzukic passa a sinistra con Douglas Costa che quindi cambia fascia, mentre il pipita si sistema al centro dell'attacco.
Gli ospiti continuano a reggere, non si fanno schiacciare del tutto e quando ripartono sono anche pericolosi, come quando al 64' Sebà impegna Buffon con un bel tiro da fermo. I bianconeri però aumentano sempre più il baricentro: l'ingesso di Higuain e i cambi di posizione davanti hanno tolto punti di riferimento ai greci. Lo dimostra la grande discesa di Alex Sandro sulla sinistra, che taglia fuori l'intera retroguardia avversaria e mette in mezzo proprio per Gonzalo Higuain, che si inserisce in piena area di rigore: il primo tiro è ribattuto da Nikolaou, il secondo non può che terminare in rete. L'argentino finalmente si sblocca in Europa dopo un periodo difficilissimo, e permette ai bianconeri di approcciare il finale di partita in maniera diversa.
Lemonis tenta la carta Ben Nabouhane per Pardo, tentando di dare ulteriore velocità a una manovra offensiva che - ripartenze a parte - è sembrata abbastanza prevedibile. Gli ospiti però fanno tantissima fatica adesso e la Juve ne approfitta per chiudere definitivamente i giochi: Higuain controlla sulla trequarti e trova la profondità di Dybala, che con uno scavetto supera Proto. Engels salva sulla linea in scivolata ma il pallone sbatte sull'accorrente Mandzukic e termina in rete.
Allegri ora si difende e inserisce Benatia per Sturaro e poi Bernardeschi per Douglas Costa: Barzagli scala terzino e Chiellini fa coppia col marocchino. Lemonis inserisce solo all'87' Marin per Emenike. Un minuto dopo brivido per Chiellini ed Engels che si scontrano in area a rimangono a terra per un paio di minuti, per poi rialzarsi cavandosela per fortuna solo con una botta, con il difensore bianconero che termina il match col solito turbante in testa. Il finale di partita, con i suoi 4 minuti di recupero, diventa una formalità per i bianconeri, bravi a gestire il risultato senza particolari problemi.
Finisce quindi 2-0, con i bianconeri che salgono a tre punti e raggiungono lo Sporting Lisbona, sconfitto in casa da un Barcellona che ha faticato più del solito a conquistare la vittoria. Saranno quindi decisive per la qualificazione le due sfide contro i portoghesi, mentre la strada per l'Olympiacos si fa sempre più in salita. Un Allegri che può dirsi soddisfatto dei suoi ragazzi, che pur non avendo espresso un gioco esaltante hanno mostrato ancora una volta grande personalità e voglia di vincere, e quando hanno trovato il varco giusto tutto si è fatto più facile.