E' in assoluto uno dei protagonisti di questa Juventus, un leader silenzioso che sostituisce alle parole i chilometri macinati in campo. Eppure all'inizio non tutti erano convinti dell'ingaggio di Blaise Matuidi, considerato il meno talentuoso dei papabili nomi per la mediana juventina. Intervistato da Sky Sport dopo il derby vinto contro il Torino, l'ex Paris Saint-Germain ha parlato proprio dell'importanza della stracittadina: "Il derby dà sempre grandi motivazioni e vincerlo ha un sapore particolare. La Juventus ha giocato un bel calcio, una partita giocata bene dal primo al novantesimo minuto". Parlando della Juventus, il centrocampista francese ha ricordato il grande interesse dei bianconeri nei suoi confronti: "Avevo già avuto contatti con la Juventus l'anno precedente, ma, per una serie di ragioni, il trasferimento non si era concretizzato. Come si dice: meglio tardi che mai, oggi sono qui, sono molto contento e spero di restare qui a lungo".
Continua, Matuidi: "Scegliere è stato naturale, perché la Juventus è un club di livello mondiale, una squadra che ha vinto tanto e che ha ancora tanto da vincere, e me ne avevano parlato tanto i compagni di Nazionale, come Evra e Pogba, oltre al mio CT Deschamps. Mi sto adattando bene, sono stato accolto nel migliore dei modi e sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo. Capivo già un po' di italiano e questo mi ha reso tutto più facile, anche per capire le indicazioni dell'allenatore e i consigli dei compagni".
Inutile non parlare dei due argentini Dybala e Higuain, in assoluto i compagni più letali sotto l'aspetto offensivo: "Dybala è un grande giocatore, uno dei migliori del mondo, ed è una fortuna per noi avere un compagno così eccezionale: spero che possa continuare così. Higuaín, come ogni attaccante, ha bisogno di segnare, ma fa parte della carriera di ogni calciatore avere dei momenti in cui si segna di meno. Sicuramente segnerà tanto anche questo stagione, aiutandoci a raggiungere i nostri obiettivi".
Passaggio importante, poi, sulle sue capacità tecniche e tattiche: "Non c'è differenza se gioco a due o a tre: in carriera ho giocato a tre con le mie squadre di club e a due in Nazionale, la cosa più importante è l'interpretazione del ruolo e la capacità di sapersi adattare. Ogni partita è differente, e l'adattamento tattico è importante, per potersi migliorare sempre". In ultimo, Matuidi ha voluto spiegare i motivi del suo carattere riservato e silenzioso: "La cosa più importante non è parlare ma dimostrare ciò che si sa fare sul terreno di gioco e dare il massimo per la squadra. La mia vita è così, anche in famiglia con i miei bambini, credo che la semplicità sia la cosa più importante".