Clima derby in città. Torino si divide tra i bianconeri e i granata, in questi giorni più che mai. Domani, all'Allianz Stadium, la Juventus ospita i concittadini nella sesta giornata di Serie A, in un match che non è soltanto da vincere per la città, ma anche per la classifica, ovviamente. Non manca di sottolinearlo nemmeno Miralem Pjanic, intervistato da La Stampa in una vigilia calda. Il centrocampista bosniaco parla dell'avversaria come "una squadra che sa mettere in difficoltà chiunque: da rispettare, come la loro storia. Ma per noi è una sfida da vincere, per avere ancora più fiducia e continuare la striscia positiva, che è una bella notizia e una risposta che diamo, a tutti".
Una sfida di incroci, tra amicizie, conoscenze e sfide dirette: "Conosco Rincon, che era da noi, Burdisso, con cui ho giocato. E poi sono molto amico con Ljajic: ci vediamo spesso, e gli voglio veramente bene, spero faccia una grande stagione. L’unica cosa che serve ad Adem è la continuità, di segnare ed essere decisivo, come sta facendo. Al giorno d’oggi contano i numeri".
In mezzo al campo saranno proprio il serbo ed il centrocampista venezuelano a gravitare nella zona di Pjanic, che dovrebbe coprire il solito spot di mediano sul centro destra con Matuidi al suo fianco. "È una posizione in cui fai le due fasi, e provi a portare palloni puliti verso Dybala, i nostri esterni e gli attaccanti, che hanno tantissima qualità", spiega il bosniaco parlando del suo ruolo nel 4-2-3-1 di Allegri. "È un ruolo in cui devi essere intelligente e sei obbligato a riflettere: in questo ho fatto dei passi avanti, e Allegri mi ha aiutato. Prima ero più spensierato, e con la tecnica che avevo pensavo più ad attaccare che a difendere. Dove ora do una mano: mi piace recuperare palloni".
Recuperare palloni, una cosa quasi nuova per un giocatore come Pjanic, che a Roma sembrava impostato per un'altra carriera. Poi alla Juve, la crescita e i nuovi apprendimenti: "La cultura difensiva, il saper vincere diversamente e, a volte, semplicemente per 1-0, giocando pure male. Forse a Roma c’era la priorità di giocare sempre bene, di provare a vincere, e di prendere gol. Qui l’importante è non prenderlo, perché uno lo facciamo sempre". Nessun dubbio nemmeno sull'arma in più a disposizione della Juventus: "È nella testa, nella voglia, nella volontà e nella fame che abbiamo, di andare oltre. Anche se le altre squadre, Roma, Milan, Inter e Napoli, soprattutto, hanno tantissima qualità e possono pensare di vincere lo scudetto".
Lo scudetto è però ancora pensiero lontano, mentre è più vicino il derby: "I valori saranno più o meno vicini, l’unico vantaggio è che giochiamo in casa. Poi dovremo essere presenti nel gioco e nei duelli, con intensità e volontà". Fosse per Pjanic, però, la questione sarebbe semplice: "Mi basta vincere, senza prendere gol: uno, due a zero, sarebbe perfetto". Magari con un gol proprio del diretto interessato...