Il protagonista assoluto del pomeriggio di San Siro è stato senza ombra di dubbio Nikola Kalinic. L'attaccante nativo di Salona, classe 1988, ha afferrato la scena, con forza, veemenza, e con la sua doppietta ha rispedito a casa l'Udinese, squdra dignitosa che però si è dovuta inchinare alla sete del croato. Si è preso sulle spalle tutto il peso dell'attacco rossonero, ed ha graffiato due volte, non avvertendo il peso della maglia che ha indossato dinnanzi al pubblico amico. Quella 'sette' che rievoca nei cuori dei milanisti mille e più ricordi, quella 'sette' che fu di Sheva, non uno qualunque. Una prestazione maiuscola per Kalinic, da otto in pagella, una performance condita da due reti sporche e cattive, che quindi fanno capire il perchè in estate, l'allenatore Vincenzo Montella, abbia spinto così tanto affinchè la nuova dirigenza cinese lo accontentasse, portando il croato a Milano.
Due tap-in da vero rapace per Kalinic, che all'esordio da titolare in campionato ha fatto capire a tutti quali saranno d' ora in poi le gerarchie al centro dell'attacco. In un Milan che sembra sempre più avviato verso il 3-5-2, sarà proprio l'ex attaccante del Dnipro e della Fiorentina a fungere da prima punta, con Suso libero di girargli intorno e creare quegli spazi nei quali il croato può tuffarsi e cercare di trovare la via del gol, convertendo magari tutte quelle quelle morte in oro, così come accaduto ieri. Kalinic quindi si candida ad essere il centravanti titolare, con Andrè Silva e Cutrone pronti a spartirsi lo spazio quando il croato si siederà in panchina a rifiatare.
Già buona la gara che ha disputato in Europa League, sul campo dell'Austria Vienna giovedì scorso, ma ieri è arrivata anche la conferma in Serie A per un Kalinic che resta uno degli attaccanti più forti e letali dell'intero massimo campionato italiano. Solo il VAR gli ha impedito di portarsi con sè il pallone a fine gara. La tecnologia gli ha infatti annullato il terzo gol, che a nostro modo di vedere era regolare. Nè Belotti, nè Aubameyang, ma il popolo rossonero ha già iniziato ad amare Kalinic, attaccante di primo livello dal fiuto innato per il gol, il quale garantirà un buon apporto in campo, ed anche fuori dal rettangolo verde, in quanto, data la sua esperienza pregressa in Serie A, sarà in grado di favorire l'ambientamento dei giovani Andrè Silva e Cutrone.