Uno dei colpi pregiati del mercato rossonero. Il regista giusto per gestire il gioco del Milan targato Montella, un uomo di pensiero ed azione. Il diavolo ritrova il "volante" necessario per dare l'assalto al titolo, un vuoto colmato dopo diversi anni. Lucas Biglia, ai box in avvio di stagione per un problema fisico, veste la nuova casacca in una trasferta per forza di cose diversa. All'Olimpico, l'undici ospite bussa alla porta della Lazio. Sei punti e passaggio del turno in Europa, l'argentino sottolinea l'importanza dei precedenti appuntamenti, ma quello contro i biancocelesti ha il sapore di un esame d'alta classifica. 

"Non penso che quello di domenica con la Lazio sia il primo vero test. In Europa abbiamo giocato con squadre meno conosciute e in campionato con due toste come Crotone e Cagliari. Ora affrontiamo una di quelle che hanno finito l'anno scorso davanti al Milan. Domenica potremo avere la misura di dove siamo e dove vogliamo arrivare".

Nessun volo pindarico, il centrocampista spegne i sogni da scudetto, consegna alla Juventus le chiavi del campionato e sceglie strada prudente. Un passo alla volta, una crescita costante per ambire ad orizzonti di gloria. 

"Se è un Milan da scudetto? È un Milan di qualità, dobbiamo lavorare per mettere i pezzi a posto. Non si può parlare di scudetto dopo due giornate, verso marzo-aprile vedremo quando inizieranno le partite decisive. La Juventus è ancora la squadra da battere".

La Lazio rappresenta uno snodo intrigante. Un titolo in bacheca, una fisionomia definita, frutto dell'ottimo lavoro di Inzaghi. Estate turbolenta, cessioni pesanti, acquisti in coda, Biglia pone i suoi vecchi compagni sul "trono", la Lazio resta squadra di vertice. 

"Sono felice di tornare a Roma e di rivedere gli ex compagni con cui ho una bella relazione. Ma oggi indosso un'altra maglia. La Lazio di oggi è forte, ha vinto la Supercoppa contro la Juve: vuol dire che è rimasta la stessa, con la stessa forza o magari anche di più, perché battere la Juve non è poco. È una squadra che lavora bene in gruppo, è ordinata tatticamente e ha gente di qualità, soprattutto in trequarti e in avanti".

Un ritorno complesso, contestazione alle porte. Biglia non si scompone e preferisce analizzare i suoi precedenti tecnici, da Pioli ad Inzaghi, fondamentali nel suo cammino italiano. 

"Che accoglienza mi aspetto? Non bella, ma non mi farà cambiare l'idea che ho della Lazio. In biancoceleste sono stato allenato da Pioli e Simone (Inzaghi, ndr), con loro due ho espresso il meglio. Certamente Pioli era più conosciuto di Simone, ma anche lui ha dimostrato di essere un grandissimo allenatore, una persona con cui ho avuto un grandissimo rapporto. Insieme abbiamo lavorato alla grande, gli auguro sempre il meglio".

Non manca, in chiusura, un cenno alla sua situazione fisica. Il giocatore rivendica la sua integrità, snocciola numeri e dati. Pronto a far ricredere gli scettici, a trascinare il Milan ai fasti del passato. 

"Dicono che sono sempre infortunato? Gli infortuni che ho avuto sono stati soltanto tre a livello muscolare, gli altri sono stati articolari e non dipendono da me. Se mi danno una botta e si produce una torsione della caviglia che ci posso fare? E poi, se guardate i precedenti, da tutti gli infortuni sono tornato sempre prima".

Fonte dichiarazioni: GDS