“Sono arrivati i cinesi” recitava una vecchia canzone del comico popolare Checco Zalone. Allora si ironizzava, molto “terra-terra” sugli effetti della globalizzazione e sullo spopolare di negozi asiatici a prezzi stracciati in giro per le città d’Italia.
Sono passati diversi anni da quel motivetto, e la globalizzazione continua a condizionare quotidianamente ogni aspetto della nostra vita. Ecco dunque, che i cinesi arrivano a Milano, ma non per vendere: piuttosto per comprare, e comprare tanto. Dopo i mille slittamenti del Closing tra la famiglia Berlusconi e la cordata capitanata da Han Li e Yonghong Li, molte ombre offuscavano l’orizzonte della nuova proprietà del Milan.
Sin dal primo giorno di mercato, invece, la strategia dall’estremo oriente è stata chiara: tanti tanti soldi sul piatto, tanti nuovi acquisti di qualità per riportare i rossoneri ai fasti che il suo blasone rispecchia. Noi di VAVEL Italia stiamo analizzando, reparto per reparto, tutte le new entry della rosa a disposizione di Vincenzo Montella, ed oggi tocca al centrocampo.
Il primissimo “acquisto” della stagione 2017/18 è stato il rientro, alla scadenza del prestito verso l’Empoli, di José Mauri. Pedina spesso sacrificata in quel di Milanello, per ora Montella l’ha utilizzato solo in occasione della sfida praticamente priva di senso contro lo Shkendija, ma non è detto che non possa collezionare presenze preziose qua e là.
La vera scossa, però, è stata l’acquisto, ufficializzato il 2 giugno, di Franck Kessié. L’ivoriano, uno dei protagonisti principali dello scorso campionato, è esploso come tanti suoi compagni con la maglia dell’Atalanta di Gasperini, ed è arrivato in rossonero per una cifra vicina ai 28 milioni. Rigorista infallibile, ma soprattutto interditore di spessore, capace di leggere il gioco avversario in anticipo e di fornire ai compagni muscoli e polmoni assolutamente fuori dal comune, oltre ad un piede assolutamente educato. Nelle prime apparizioni, nonostante l’errore contro il Cagliari, la tifoseria rossonera sembra essersi già innamorata del suo numero 79: da testare il rendimento sul lungo periodo a questi livelli, ma la sensazione è che Montella abbia trovato il suo tuttofare in mezzo al campo.
Sempre all’interno del mercato italiano si è concretizzato anche il secondo aquisto: Lucas Biglia è stato sottratto alla Lazio, dove era diventato capitano e bandiera, per diventare il perno del nuovo centrocampo rossonero. Probabilmente a lui saranno affidate le chiavi della regia che fino ad oggi erano state di Riccardo Montolivo o – nel passato recente – di Sosa e Locatelli. L’argentino rappresenta un profilo di spessore internazionale, di personalità, capace di impostare e di fare da schermo, ma soprattutto un estremo conoscitore delle geometrie del gioco. Diciassette milioni più bonus il prezzo del suo cartellino: per ora, però, gli infortuni gli hanno impedito di esordire da titolare. Solo 27 minuti, per lui, nell’ultima uscita contro il Cagliari. Se il suo fisico dovesse reggere, sarà lui la mente della mediana rossonera.
Terzo ed ultimo, ma non meno importante, tassello è Hakan Calhanoglu. Il turco arriva dopo essere stato fermato per quattro mesi dalla FIFA per problemi relativi a questioni contrattuali (a quanto pare un contratto fatto firmare dal padre-agente nel 2011 con il Trabzonspor e mai rispettato) dunque in ritardo di condizione, a Milanello. Forse lui, pagato 22 milioni di euro al Bayer Leverkusen, è il principale azzardo della campagna acquisti rossonera. Uno dei tiratori di calci piazzati più efficaci del pianeta, una mente da 10 puro e dei piedi fatati. Dall’altra parte, però, ci sono una discontinuità ed una scarsa mobilità già evidenziate nelle prime apparizioni milaniste. Montella lo ha provato da terzo di centrocampo accanto a Montolivo e Kessié, ma la sensazione è che quello non sia il suo ruolo: spaesato, troppo lontano dalla porta e vittima dell’eccessiva frenesia delle zone centrali del campo. Nel 4-3-3, però, da esterno a sinistra gli andrebbe peggio: uno sforzo fisico ed atletico che difficilmente il turco potrà reggere per novanta minuti e per molte partite in fila. L’unica soluzione sarebbe accentrarlo in un 4-3-2-1 con Suso a svariare di più, o addirittura nel 3-4-2-1, per non considerare la soluzione estrema di un attacco “pesante” con Calhanoglu unico trequartista e due punte. Insomma, un rebus che, se risolto, potrerebbe un bonus enorme alla corte di Montella.