Sei punti nelle prime due giornate, punteggio pieno e primato in classifica momentaneo, in condivisione con quasi tutte le altre grandi del nostro campionato. Più che la posizione di classifica, però, la vittoria sul Cagliari permette a Montella di poter trascorrere una pausa per le Nazionali tutto sommato tranquilla. Saranno tantissimi i giocatori sparsi per il mondo in questi giorni e a Milanello non ci sarà troppo tempo di lavorare su quegli aspetti che vanno per forza di cose migliorati. Perchè questa squadra ha sì molta più qualità rispetto allo scorso anno, ma contro i sardi ha dovuto recuperare una qualità che l'aveva fatta da padrone nella scorsa stagione.
La partenza contro il Cagliari è stata in linea con quanto visto negli altri impegni del primo mini ciclo di sfide stagionali. Pressione alta, terzini pronti ad andare sempre in appoggio all'azione offensiva, ritmo e intensità in ogni giocata. Il gol di Cutrone sembrava inaugurare un'altra sfida semplice e in discesa, ma il Cagliari di Rastelli nella scorsa stagione ha acquisito sicurezze e certezze, con la consapevolezza di potersela giocare sempre e comunque. Dal palo di Sau in avanti, il primo tempo è tutto di marca sarda, con un Milan incapace di pressare con i tempi giusti e la squadra di Rastelli ad avere in mano il pallino del gioco. Tanto è vero che l'occasione più ghiotta per i rossoneri, dopo il gol, nasce con un contropiede di Borini a partire da un calcio d'angolo in favore del Cagliari. Calo fisico o rilassatezza dal punto di vista mentale, il Milan in qualche modo chiude avanti il primo tempo, ma l'involuzione a livello di gioco e intensità rispetto all'inizio della sfida è sotto gli occhi di tutti i 50mila accorsi nel forno di San Siro per la prima stagionali in casa di questo nuovo campionato.
La ripresa sembra essere la continuazione ideale della seconda parte del primo tempo, con un Milan che quasi gioca con sbadatezza e superficialità e un Cagliari che ci crede sempre di più. I sardi sentono l'odore del pari che arriva quando il Milan sbaglia un'uscita dalla difesa con Kessie. Giusto dire che l'ivoriano sbaglia a livello tecnico, con un controllo di palla errato, meno giusto prendersela con Montella per questa scelta di non buttare il pallone. Per diventare grandi, avendo le qualità per riuscirci, serve anche passare da situazioni di questo genere. Il pari un minimo risveglia il Milan che prova con maggiore insistenza a cercare la via del nuovo vantaggio, ma il Cagliari si difende con ordine e serve una magia di Suso per riportare avanti i rossoneri. Montella si copre con i cambi, con Antonelli e Biglia chiamati a dare fiato e geometrie ad una squadra che nel finale sembra essere un po' sulle gambe.
Alla fine i tre punti arrivano lo stesso e permettono a Montella di rimanere attaccato al treno delle squadre a punteggio pieno. Il tecnico tutto sommato può dirsi soddisfatto, non tanto dal punto di vista del gioco, ma per il carattere che la sua squadra ha saputo mettere in campo. Nella scorsa stagione una componente fondamentale per portare a casa tanti punti quando il gioco, il più delle volte, stentava ad essere fluido e di qualità. Una caratteristica di squadra importante da non disperdere anche in questa stagione, nonostante l'arrivo di tanti giocatori che con una loro giocata possono determinare in qualsiasi momento l'andamento di una gara. Non sempre però sarà possibile contare su uno spunto o un guizzo individuale e allora servirà metterci voglia, rabbia e orgoglio. Qualità operaie, arnesi però indispensabili se si vuole tornare in fretta ad essere grandi, per competere al massimo in Europa League e puntare al quarto posto in campionato.