La prima giornata di Serie A si è conclusa senza grosse sorprese tra le big del campionato. Alle vittorie di sabato da parte Juventus e Napoli, sono seguite quelle di Inter, Milan e Roma: chi doveva vincere l'ha fatto, ad eccezione della Lazio, murata sorprendentemente dalla neopromossa SPAL. Tra i primi goal messi a segno e le giocate da apprezzare, sono sorti anche alcuni spunti di natura tattica per le pretendenti al titolo. Se Sarri resta fedele al suo brillante modo di giocare; le realtà delle new entry Spalletti e Di Francesco prendono forma e Montella plasma la nuova rosa a disposizione. E Allegri? Anche lui lavora ad una Juventus differente.
Massimiliano Allegri è ormai conosciuto da tutti per l'efficacia con la quale riesce a modellare la squadra a seconda delle necessità. In uno stupendo pezzo autobiografico su The Players' Tribune ha ribadito come la matematica (e quindi i numeri) non sia la cosa più importante nel calcio. "3-5-2, 5-4-1, 4-2-3-1? Quello che conta è la forma, la disciplina e l'istinto", scrive il tecnico. "Sul campo le cose sono molto più complicate. Un 3-5-2 funziona quando hai la palla e quando non controlli più la palla potresti aver bisogno di un 5-4-1. Oppure di chissà cos’altro", aggiunge Allegri.
Una base sulla quale muoversi, comunque, c'è ad oggi e si chiama ancora 4-2-3-1. L'assetto tattico che ha trascinato i bianconeri fino alla finale di Cardiff potrebbe però essere stabilmente superato nelle gerarchie dall'amato centrocampo a tre di Allegri. Pare pleonastico ricordare come l'allenatore livornese abbia conseguito il patentino a Coverciano con una tesi sul cc a tre. Infatti, ha stupito largamente all'inizio la sua rivoluzione che ha portato alla sola coppia Khedira-Pjanić in mezzo. Una situazione poi comprensibile data la precaria condizione fisica di Marchisio e le alternative non adeguate (Sturaro, Lemina, Rincon).
L'arrivo di Bentancur e Matuidi in questa sessione rende abbastanza limpido il percorso che ha in testa Allegri. Entrambi i giocatori danno il meglio in una mediana a tre, nonostante possano giocare anche a due. Se il giovane uruguayano è il diamante grezzo da lavorare con tempo e cura, l'esperto francese di Tolosa è sin subito l'arma da sfoderare. Senza neanche essere presentato e con soltanto un allenamento insieme ai nuovi compagni, Matuidi ha immediatamente debuttato nel 3-0 contro il Cagliari. Circa venti minuti più recupero per lui. Il suo ingresso ha portato non solo freschezza, dinamismo e forza fisica ma anche al cambio modulo con lo switch al 4-3-3.
L'ex PSG ha sostituito numericamente Higuaín, Dybala è colui che invece ne ha ereditato la posizione in campo. La Juve, dalla cintola in su, si è presentata così negli ultimi 20' di gara: Khedira, Pjanić, Matuidi; Cuadrado (D.Costa dal 74'), Dybala, Mandžukić. Una squadra che è riuscita senza troppe difficoltà a mantenere il possesso nel secondo tempo, complice il calo fisico e d'attenzione da parte del Cagliari.
Ecco l'istantanea del primo 4-3-3 basic di stagione: Pjanić vertice basso, Matuidi e Khedira rispettivamente intermedi di sinistra e destra. Dybala riferimento centrale, Mandžukić-Cuadrado larghi.
In fase di costruzione la Juventus si è affidata e si affiderà sempre più spesso a Pjanić. Il bosniaco è stato tra i migliori in campo contro il Cagliari con il 95,3% di passaggi completati e un assist meraviglioso per il raddoppio di Dybala. Senza due fonti di gioco arretrate come Bonucci e Dani Alves che fanno partire l'azione, deve essere Pjanić a scendere tra i centrali e aiutare la squadra nella cosiddetta "La Salida Lavolpiana". Come asserito da Allegri nel post-partita, c'è ancora molto da lavorare in quella posizione perché Pjanić si prende troppi rischi. Il sempre più probabile approdo al 4-3-3 va proprio in quest'ottica: ridurre i rischi nell'uscita del pallone aumentando le linee di passaggio.
I primi appunti del nuovo assetto sono positivi anche se ricavati da un parziale già fisso sul 3-0. Il posizionamento in fase di non possesso è stato scolastico e lineare: 4-5-1. Le due ali si allineavano ai centrocampisti, l'attaccante centrale accorciava mentre, a turno, i due intermedi accennavano il pressing sul portatore di palla. Non trovando spazio, i difensori ricorrevano quasi sempre al lancio lungo e la sfera finiva preda dei difensori bianconeri. In fase propositiva, la Juventus ha sfruttato bene l'ampiezza del campo con una certa tranquillità nel giro palla. Da annotare la posizione di Douglas Costa, che sostituendo Cuadrado a destra, ha spesso accentrato il raggio d'azione entrando dentro il campo e optando per cross in mezzo o aperture sul lato debole.
Il modo di interpretare le transizioni positive ha rispecchiato le caratteristiche dei giocatori. Le mezzali Matuidi e Khedira hanno fatto valere la loro propensione al dinamismo e alla verticalità con ripetute progressioni. Mandžukić ha sempre più preso la traccia interna, muovendosi tra half-space e centro e lasciando spazio alle sue spalle per gli inserimenti di Matuidi. Douglas Costa, come detto, è converso dentro il centro andando raramente sul fondo a crossare. Dybala ha presidiato il perimetro dell'area alla ricerca di scambi e possibili rimorchi.
Alcune azioni finali di Juve-Cagliari con il consolidamento del possesso, le transizioni e altro.
Aspettando i prossimi passi della nuova creatura (con l'innesto anche di Higuain) e la sua possibile diramazione in albero di Natale (Dybala centro-destra), le potenzialità sono molte. La volontà di acquistare un altro centrocampista di spessore (Strootman?) sembra definitivamente spalancare le porte al 4-3-3. La Juventus sarà impegnata sul campo del Genoa per la seconda di campionato. E' azzardato dire che questa veste tattica ha spodestato il 4-2-3-1 perché saranno quasi certamente i due principali schieramenti che si alterneranno durante tutta la stagione.