Nero, treccioluto, con un fisico da copertina. Frank Kessiè, il nuovo acquisto del Milan, in queste prime uscite stagionali del Diavolo ha confermato di essere una forza della natura. Chiamare scommessa l'acquisto dell'ivoriano ci sembra un pò fuori luogo, in quanto Kessiè ha già dimostrato lo scorso campionato, nelle fila dell'Atalanta, di avere non solo grandi doti atletiche, ma un bagaglio tecnico di primo livello. Un giocatore in grado di fare legna in mezzo al campo, ed allo stesso tempo far ripartire l'azione, azionando gli attaccanti. Il classico centrocampista “box to box”. 

Da ragazzo era un difensore centrale, che in Nazionale giocava comunque con il numero 10 da capitano. Ciò lasciava già presagire un temperamento da leader dettato da un carattere forte, formatosi per avere affrontato, in tenera età, tristi avvenimenti, tra le quali la morte del padre in seguito ad una atroce malattia, quando lui aveva soltanto 11 anni. Lo ha scovato l’Atalanta, da sempre maestra nell'andare a cercare giovani di talento in giro per il mondo e valorizzarli, e lo ha prestato al Cesena. Lui ha detto di aver scelto l’Italia per la tattica e al Cesena da centrale di riserva è diventato titolare a metà campo. In punta di piedi, con il lavoro quotidiano, la dedizione ed il sacrificio ha scalato le gerarchie, conquistandosi il posto da titolare. Anche al Cesena Kessiè non parlava molto, ma correva come sempre tanto. Faceva parlare il campo, supremo giudice al di sopra di ogni cosa.

Il tecnico Gian Piero Gasperini lo ha voluto fortemente con sè, puntando su di lui con decisione. Kessiè non ha deluso, si è scoperto perfetto nella sua Atalanta, fatta di corsa, aggressione e marcature ad uomo in ogni zona del campo. E' divenuto ben presto uno dei punti di forza della rosa nerazzurra. C'era il rischio che si potesse bruciare, ed invece, mostrando una grande maturità a dispetto della sua giovanissima età, ha spiccato il volo, conducendo la Dea in Europa. Ha catalizzato su di sè le attenzioni dei top club italiani, e non solo. Milan e Roma su tutte, interessamenti del Napoli e della Juventus, alla fine l'ivoriano è stato prelevato dai rossoneri, che hanno ricostruito il settore di centrocampo, il punto debole del Milan lo scorso anno, intorno al 'giovanotto' dal fisico prorompente e dallo sguardo tenebroso, all'apparenza dal carattere ispido, scontroso.

Già in precampionato il ragazzo nativo di Ouragahio si è rivelato pronto per affrontare un'esperienza in una squadra di vertice. A dispetto del suo fisico da corazziere, è entrato subito in forma, giganteggiando in mezzo campo sia contro avversari di rango nettamente inferiore (Lugano) sia con squadre di prima fascia (Borussia Dortmund e Bayern Monaco). Il faro del centrocampo. Corsa, difesa e ripartenze, sin dal caldo ed afoso luglio si è intuito che il Milan aveva trovato il nuovo padrone della mediana.

Anche ieri, contro il Crotone, è stato straripante, risultando insieme a Suso e Cutrone uno dei migliori in campo. Ha realizzato il primo gol del campionato del Milan, dagli 11 metri, dimostrando grandissima freddezza. Ha dominato in mezzo al campo, arginando i tentativi di ripartenza dei pitagorici, e proponendosi in zona d'attacco con incredibile lucidità. Novanta e più minuti, vissuti tutti d'un fiato, al massimo. Non un cenno di stanchezza, non una traccia di acido lattico nella sua muscolatura granitica. A fine partita, l'allenatore Vincenzo Montella gli ha tributato parole al miele: "Non mi aspettavo Kessiè così forte. Tutti ne parlavano bene, ma non pensavo potesse spingersi fino a questi livelli".  

Non c'è alcun dubbio, il 'Re Leone' ha da solo sistemato l’intero reparto di centrocampo rossonero e conquistato l'Areoplanino Montella: grande potenza fisica abbinata a una buonissima qualità tecnica, Kessié è un giocatore con gambe tali che gli permettono di offrire alla squadra una pronta fase di interdizione, ma anche un’immediata partecipazione a quella offensiva, con grande capacità a gettarsi negli spazi. Abbondano, tracimano ormai i paragoni con vecchie glorie milaniste: da Frank Rijkaard a Marcel Desailly, mentre il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, non più lontano di qualche settimana fa lo ha paragonato a Yaya Tourè.

Non ha accusato il "salto" da un contesto quasi familiare come quello dell'Atalanta, ad un ambiente completamente diverso come quello di San Siro e di Milanello. Kessiè rappresenta il presente, ed anche il futuro di questo Milan, in fase di rilancio dopo le forti delusioni degli scorsi anni. Nei piani della nuova dirigenza cinese, c'è la voglia di creare un Milan stellare, in grado di ritornare a competere per il vertice in Italia ed in Europa, e l'ivoriano è seriamente candidato ad essere un punto fermo, uno dei protagonisti della 'resurrezione rossonera'.