Le giuste certezze, qualche innesto di personalità, carattere ed esperienza, la grinta mostrata nella scalata dalla cadetteria alla massima Serie. L'Hellas Verona di Fabio Pecchia scalda i motori in vista dell'esordio, difficile, contro il Napoli di domani sera. Il calore del Marco Antonio Bentegodi per far vacillare le convinzioni tecniche e tattiche dei partenopei, qualche miglioria tattica per provare a limitarne lo smodato potenziale offensivo: il tecnico di Formia sfoglia la margherita, guarda alle prestazioni dei partenopei e medita un cambio di rotta, di formazione, di modulo. Mettersi a specchio e provare a fare il proprio gioco, come spesso ha detto il tecnico romano, oppure modellarsi nell'intento di limitare i danni e coprire con maggiore efficacia tutte le zone del campo dalla trequarti alla porta? 

4-3-3 o 3-5-2, questo il dilemma di Pecchia per l'esordio di domani sera. Pazzini e Cerci davanti sono una garanzia, per qualità, esperienza ed affidabilità. In mezzo Bessa, con Buchel e probabilmente Romulo. Resta da stabilire il resto dell'undici, con Verde che si candida per un posto da titolare per provare ad allargare le maglie difensive di Sarri e mordere la fascia laddove dovrebbe giocare Maggio, punto debole del quartetto difensivo campano. Qualora la scelta dovesse ricadere sull'ex Avellino e Roma, la linea arretrata degli scaligeri sarà inevitabilmente a quattro, con Caceres e Ferrari favoriti per le due maglie sulla destra, mentre Heurtaux e Souprayen dovrebbero agire dalla parte opposta. In caso contrario, l'esterno in prestito dalla Roma potrebbe e dovrebbe lasciare il posto ad uno tra Caracciolo o un mediano di gamba con maggiore capacità di interdizione. Supposizioni, dubbi, che verranno fugati nella giornata di oggi, nella rifinitura di domani. 

Nel frattempo, il direttore sportivo del Verona Filippo Fusco ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Mattino”, parlando chiaramente della sfida di domani: “Domani vince il Verona, ma lo scudetto va al Napoli. Gli azzurri sono tra i candidati principali per lo scudetto, contro il Nizza hanno mostrato la loro grande qualità di squadra organizzata che cerca sempre di raggiungere il risultato tramite un gioco propositivo e offensivo. Il gioco del Napoli? Sarri riesce a dare un’identità caratterizzante alle sue squadre, spesso puntando su un gruppo più ristretto. Pecchia, come lui, predilige il gioco come mezzo per ottenere i risultati, ma a differenza di Sarri cerca di utilizzare tutti i calciatori in rosa”.