L’incombere del Mondiale di Russia ha fatto suonare un tenue campanello d’allarme in casa Juventus, la quale è vicina a perdere chi per (saranno) 17 stagioni è stato un punto fermo. La formazione bianconera si costruiva – e si costruisce tuttora – su tanti dubbi, ballottaggi, ma una costante certezza: Buffon in porta. Poi, altri dieci davanti. Dalla stagione 2018/19, salvo sorprese, il ruolo di primo portiere dovrebbe passare a chi, nell’attuale mercato estivo, è stato individuato come il primo erede sicuro della Leggenda: Wojciech Szczesny.
Per aggiudicarselo Marotta ha sborsato 12.2 milioni di Euro più 3.1 di eventuali bonus, strappandolo all’Arsenal, dalle grinfie di Wenger, il quale avrebbe probabilmente voluto offrirgli una nuova chance tra i pali, ma da secondo di Cech e titolare nelle Coppe – ruolo che toccherà invece ad Ospina, salvo scossoni di fine mercato. Tra coprire il ruolo secondo ai Gunners, quinti nell’ultima Premier e con un prestigio internazionale in calo, e alla Juventus finalista di Champions ed esa-campione d’Italia, la scelta raramente ricadrebbe sui londinesi, club al quale Szczesny è rimasto in ogni caso legato, come testimoniato dal suo saluto sui social.
Com’è ben noto, il polacco ha trascorso le ultime due stagioni all’ombra del Colosseo, con la maglia della Roma. Due anni da titolare, sì, ma sempre in prestito. I giallorossi non sono mai riusciti ad affondare il colpo l’estate scorsa, prima di puntare su Alisson. Wojciech, nonostante il proprio destino fosse segnato, ovvero lontano dalla Capitale, è stato una delle – tante – note liete nella stagione della squadra di Spalletti, che ha chiuso al secondo posto, alle spalle della sola, irraggiungibile Juventus.
Effettivamente, parafrasando, qualcuno di quella Roma il modo di raggiungere la Juve l’ha trovato. Szczesny quest’anno sarà portiere di Coppa Italia e non è da escludere che in campionato possa raccogliere un cospicuo numero di presenze, alternandosi più o meno regolarmente con Buffon. Certamente il polacco parte da secondo nelle gerarchie, ma con un posto di fatto assicurato per il futuro, almeno quello prossimo. La scelta dell’ex Arsenal è anche coraggiosa da questo punto di vista, poiché parliamo di uno dei migliori tre portieri, per rendimento, nella scorsa stagione di Serie A. In Europa, probabilmente, ci sono squadre che partecipano alla Champions League, puntando anche in alto, che hanno portieri di caratura minore rispetto al nuovo numero 23 della Juventus.
È anche forse una questione di opportunità da cogliere, dal punto di vista del giocatore, ma soprattutto di spalle larghe. Passare ad una squadra di rango medio/alto con la certezza del posto da titolare può stimolare, certo, ma giocarsela in una delle prime quattro squadre d’Europa e avere l’onore (e l’onere) di raccogliere l’eredità di Buffon ha pochi paragoni, in quanto a stimoli per gli estremi difensori.
Wojciech ha accettato di essere il secondo, sapendo che il suo futuro sarà radioso, anche se al momento risulta complicato capire se sarà il portiere dei prossimi otto/nove/dieci anni della Juventus, oppure se la sua permanenza sarà più breve. Di certo – salvo ribaltoni – sarà il primo erede, poi il suo destino potrebbe e dovrebbe legarsi a quello di Alex Meret, dal percorso che il classe 1997 intraprenderà in Serie A quest’anno, con la maglia della Spal, e da quanto potrà garantire.
Tra i due intercorrono sette anni di differenza, ragion per cui probabilmente Marotta e Paratici non hanno portato subito il giovane prodotto dell’Udinese in bianconero: la pressione sarebbe potuta essere eccessiva. Più saggio quindi puntare prima sulla personalità, sull’intelligenza e, perché no, sull’esperienza di chi conosce il campionato di Serie A e l’Europa. In fondo parliamo di un ragazzo con 82 presenze con la maglia della Roma e 181 con quella dell’Arsenal, che si è meritato la propria grande chance, con tanto di periodo di adattamento.
Se sarà pronto e all’altezza lo dimostrerà solo e soltanto il campo, ma i primi segnali spediti dopo essersi vestito di bianconero non sono di certo passati sotto traccia. “Sono un giocatore della Juventus, non ho punti deboli”. No, la personalità per essere l’erede di Buffon non gli manca.