I tre giocatori più rappresentativi, i tre giocatori forse più forti sul piano tecnico (due su tre lo sono di sicuro), i tre giocatori che meglio hanno reso nell'ultima complicata stagione, se non nelle ultime due. Tutti e tre sul piede di partenza, con destinazioni che appaiono decisamente chiare, sia per le voci di mercato sempre più insistenti che per il volere reso in alcuni casi noto dagli stessi diretti interessanti. In ordine alfabetico Federico Bernardeschi in direzione Juventus, Borja Valero che spinge per andare all'Inter e Nikola Kalinic che appare intenzionato ad approdare al Milan. E così la Fiorentina potrebbe presto ritrovarsi con una gran quantità di denaro liquido, magari da investire subito per rinforzare la squadra in vista di un'estate che si preannuncia a dir poco rovente, ma anche con la necessità di dover ricostruire da capo sia sul piano tecnico che soprattutto sul piano della credibilità agli occhi dei propri sostenitori. Perchè cedere i propri tre giocatori più forti e più rappresentativi, e concludere queste trattative con le tre formazioni con cui si è sviluppata la maggiore rivalità nella storia della Fiorentina, sicuramente non farà piacere al tifo organizzato gigliato.
Sul piano prettamente economico, le partenze di Federico Bernardeschi in direzione Juventus, di Borja Valero alla volta dell'Inter e infine di Nikola Kalinic verso il Milan (tutte in via di definizione e che potrebbero divenire ufficiali entro metà mese) dovrebbero portare nelle casse della Fiorentina una cifra che si aggira intorno ai 70 milioni. Così divisi, in base al valore dei singoli giocatori: i campioni d'Italia dovrebbero pagare ai viola circa 40 milioni - tra conguaglio economico ed eventuali contropartite tecniche - per il loro numero 10; il centravanti croato dovrebbe essere valutato intorno ai 25 milioni di euro per il suo trasferimento alla corte di Vincenzo Montella. Infine c'è il centrocampista spagnolo, che sul piano dei rapporti sembra rappresentare il caso più spinoso. Un grande legame con la piazza e con la tifoseria, manifestato a più riprese dall'ex Villarreal ma anche dalla moglie, ma che sarebbe stato guastato da una situazione tecnica poco chiara, che lo ha indotto a chiedere la cessione. Proprio a quella Inter finita nelle mani di Luciano Spalletti che lo avrebbe voluto già alla Roma, e che presto potrebbe trovato in nerazzurro.
Ma al di là del mero aspetto relativo ai trasferimenti, con tre veri e propri pilastri che lasceranno Firenze nei prossimi giorni e che si aggiungeranno alla lista dei partenti a quel Gonzalo Rodriguez, che da qualche giorno è svincolato dopo aver fatto da capitano e leader carismatico, la domanda che si pongono in tanti è la seguente: che ne sarà di questa Fiorentina? Questa tripla e sempre più probabile cessione preoccupa e non poco la tifoseria gigliata, ma a preoccupare decisamente di più sembra essere la situazione societaria. Il comunicato con cui la famiglia Della Valle annunciava di essere pronta ad ascoltare tutte le eventuali offerte in arrivo per l'acquisizione del club ha fatto scalpore e continua a far discutere, e tra i più catastrofisti fa anche temere il peggio per una società riportata in auge proprio dai fratelli Diego e Andrea nell'ormai lontano 2002. I due esponenti della famiglia Della Valle avrebbero adoperato l'arma del comunicato anche per lanciare un segnale alla stessa tifoseria, che da tempo non ha fatto mancare lamentele, cori e striscioni di dissenso nei confronti della gestione della proprietà del club, ma dietro a questa "provocazione" potrebbero esserci dell'altro.
Intanto la Fiorentina dovrà ripartire da un ritiro che inizierà nelle prossime ore, con un nuovo allenatore che avrà il compito di dare una nuova mano di pittura ad una casa che a dire il vero sembra aver bisogno di qualcosa di più, di una semplice rinfrescata alle pareti. Le cessioni di Bernardeschi, Borja Valero e Kalinic potrebbero anche essere utili sotto questo aspetto, e chissà che l'attuale rabbia da parte della tifoseria per una gestione societaria ritenuta insufficiente e per le sempre più vicine partenze dei propri idoli non sfoci magari in qualcosa di positivo. Come sempre, in casi del genere, la parola ultima e più autorevole spetta all'unico giudice attendibile: il campo.