Massimo Carrera ha rilasciato una breve intervista di fronte ai microfoni della stampa. Dopo aver trionfato in Russia con il suo Spartak Mosca, il tecnico italiano ha fatto chiarezza su diversi aspetti e sullo sbarco di Roberto Mancini sulla panchina dello Zenit. Ecco le sue parole. 

Nella Russia ci sono ben 5 elementi di proprietà dello Spartak. Merito suo? "A parte i nostri ragazzi, direi di no. Partendo dal sistema di gioco: loro con tre difensori centrali, noi con il 4-2-3-1."

Il popolo russo snobba la propria nazionale e la mette in secondo piano. Riusciranno a cambiare le cose?: "L’entusiasmo deriva sempre dalla nazionale. Se andrà avanti, tutti si scalderanno anche per il calcio." Mondiale? Il paese è pronto per un palcoscenico del genere? "Sì, la preparazione prosegue bene. Sono stati costruiti stadi belli e funzionali, a cominciare dal nostro, migliorate le infrastrutture, le città. Chi verrà si troverà al sicuro, c’è molta attenzione in questo campo."

Si prospetta un derby tutto italiano con Mancini allo Zenit, a testimonianza che i nostri allenatori sono ben apprezzati in tutto il mondo: "Hanno fiducia nel nostro lavoro, della professionalità. I tecnici italiani hanno fatto capire cosa possono portare, vincendo anche in Inghilterra e Germania. Mancini è stato preso a San Pietroburgo perché si aspettano questi risultati, lo Zenit sarà un avversario duro."

Appuntamento al 6 agosto, dunque, per il confronto diretto tra i due. C'è stato già un confronto? Carrera ricorda anche i duelli sul campo, quando erano ancora calciatori: "No, non siamo in contatto, da allenatori. Da giocatori invece ci scontravamo spesso in campo, siamo coetanei. Volava qualche legnata. Date e prese, cose di campo. Il nostro derby russo sarà particolare: bello, importante, fra squadre che cercheranno il titolo. Con allenatori italiani."

Qualche consiglio a Mancini: "Mai salutarsi o stringersi la mano sotto le porte, porta male. E mai fischiare in casa, o al chiuso: allontana i soldi."

Impatto dall'Italia alla Russia, in particolare a Mosca: "Quasi sempre in ritiro, blindato nel nostro centro sportivo. Vado in città soltanto quando viene mia moglie.Mi permetto qualche ristorante italiano per mangiare bene. Non per snobbare la cucina russa, ma preferisco andare sul sicuro."