Finisce con un pirotecnico e rocambolesco 2-2 la sfida tra Serbia e Macedonia, valevole per la seconda giornata del Gruppo B dell'Europeo Under 21. Pareggio che non serve a nessuna delle due contendenti reduci da due sconfitte nelle rispettive gare d'esordio: compagini balcaniche che si sono affrontate a viso aperto soltanto nell'ultima mezz'ora, quando le necessità di risultato hanno portato la Macedonia a ribaltare l'iniziale svantaggio firmato Gacinovic grazie al rigore di Bardhi ed alla conclusione dal limite di Gjorgjev che ha illuso Milevski ed i suoi. In piena zona Cesarini è di Djurdjevic il gol del pari, che rende vani gli sforzi delle due pretendenti e lancia Portogallo e Spagna verso una facile qualificazione.
Solito 4-4-2 per la Serbia di Lalatovic, che si affida al talento di Zivkovic e Gacinovic sulle corsie laterali ed alla velocità di Plavsic alle spalle di Djurdjevic. Risponde con Radeski, Babunski e Markoski alle spalle di Avramovski la Macedonia, mentre Nikolov e Bardhi rappresentano la cerniera centrale di mediana.
Serbia fin dalle prime battute di gioco padrona del terreno di gioco, con la Macedonia che prova a chiudersi nella propria metà campo per poi ripartire, senza però spunti degni di tal nota. Da una persa a centrocampo di Bardhi nasce la prima occasione serba, ma il destro di Gacinovic termina a lato. Le aquile bianche ci riprovano sulla destra con Zivkovic, ma il suo tiro-cross non trova la deviazione in area di rigore di Plavsic. Dopo i primi dieci minuti di discreta pressione, la Serbia alza il piede dall'acceleratore, consentendo ai macedoni di mettere la testa fuori dal guscio. La manovra della squadra di Milevski resta tuttavia sterile e decisamente lenta, e basta una minima accelerazione alla Serbia per passare in vantaggio al minuto 24: Gacinovic prima crea il break a centrocampo aprendo per Zivkovic sulla sinistra, poi, dopo una serie di rimpalli in area di rigore con la difesa della Macedonia che non libera, interviene di destro centralmente e supera Aleksovski.
Il vantaggio congela ancor di più i ritmi della contesa, tutt'altro che elevati: la Serbia si limita a gestire il possesso palla provando a sfruttare soltanto la velocità e l'estro di Zivkovic sulla destra, mentre la Macedonia stenta ad imbastire trame pericolose per la retroguardia serba. A dieci dal termine l'ennesimo errore della difesa macedone permette a Grujic di presentarsi tutto solo davanti ad Aleksovski, ma l'estremo difensore si salva in uscita bassa. L'ultimo sussulto prima dell'intervallo è di marca macedone, con la punizione dalla trequarti di Bardhi che impensierisce Milinkovic-Savic, ma il portiere di proprietà del Torino si salva in angolo recuperando prontamente la posizione.
La ripresa si apre così come si era chiuso il primo tempo, ovvero con la sfida tra Bardhi e Milinkovic-Savic che si ripropone sugli sviluppi di una punizione dal limite per la Macedonia, con il portiere serbo che esce ancora una volta vincitore. La Serbia si siede sul vantaggio, mentre i leoni rossi sembrano maggiormente propositivi ed intraprendenti rispetto alla prima frazione: Zajkov tenta la conclusione dal limite, deviato in angolo dalla difesa serba in affanno. Serbia che si scuote con il passare dei minuti e, sull'asse Gacinovic-Plavsic sfiora il raddoppio col mancino dell'attaccante. Con il passare dei minuti la squadra di Lalatovic torna padrona della mediana e riesce ad alzare un minimo il baricentro della propria azione, anche se quasi mai si rende pericolosa fino al minuto 17, quando sempre dalle corsie laterali, Gacinovic ci prova con l'ennesimo tiro-cross, sul quale Djurdjevic si fa trovare ancora una volta in ritardo. L'ingresso di Elmas infonde nuova linfa alla Macedonia e proprio il nuovo entrato propizia il rigore del pareggio, il cui cross viene deviato di mano da Filipovic: il destro di Bardhi non tradisce, con Milinkovic inerme.
Il gol macedone scuote i serbi, che si riversano chiaramente in avanti a caccia del gol della speranza: ai piedi di Gacinovic e Zivkovic vengono affidate le iniziative principali, sugli sviluppi delle quali è Ristic a provare col destro dal limite, ma senza particolare precisione. La frenesia ottunde però la mente dei serbi, imprecisi dalla trequarti in su in svariate occasioni, mentre in contropiede i macedoni provano a colpire con Elmas che imbecca Radeski, il quale non trova l'impatto giusto con la sfera. La difesa di Milevski si chiude nel quarto d'ora conclusivo con ordine ed equilibrio, lasciando alla manovra serba soltanto sterili lanci lunghi dalle retrovie. E' la lucidità dei leoni rossi che si fa preferire nelle battute conclusive, che a sorpresa - ma non troppo - passano con il destro dalla distanza di Gjorgjev: il mediano ha tempo e modo di controllare la sfera e saltare due avversari, prima di insaccare con una precisa conclusione alla destra di Milinkovic-Savic. Finita? Macché.
Nei cinque finali succede di tutto. La reazione serba si ferma sulla clamorosa parata di Aleksovski, bravissimo nel disinnescare la girata di destro di Ozegovic sul cross di Plavsic dalla sinistra. Il portiere macedone, dopo essersi issato a protagonista, sbaglia clamorosamente qualche attimo dopo, quando sul cross dalla trequarti di Gacinovic non interviene sulla sfera, lasciando a Djurdjevic il modo di impattare a quattro minuti dal termine. La Macedonia barcolla e rischia di capitolare ancora: sul cross di Plavsic è Ristic a colpire di testa sul secondo palo, indisturbato, ma il suo diagonale si ferma sul montante a Aleksovski battuto. L'ultima occasione, a tempo scaduto, è sul destro di Bardhi, la cui punizione termina alta sopra la traversa poco prima del triplice fischio finale.