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Euro Under 21 - Pellegrini-Petagna, l'Italia supera la Danimarca 2-0

La rovesciata di Pellegrini a metà ripresa e la zampata di Petagna nel finale decidono l'esordio degli azzurrini, che superano una ostica Danimarca. La squadra di Di Biagio fatica in avvio, ma cambia marcia nel secondo tempo. Tre punti fondamentali per rispondere alla vittoria della Germania nel pomeriggio.

Euro Under 21 - Pellegrini-Petagna, l'Italia supera la Danimarca 2-0
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Di Andrea Bugno

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Successo importantissimo per l'Italia Under 21 di Luigi Di Biagio che scaccia i fantasmi dell'esordio e batte, a fatica e senza brillare particolarmente, una ostica e diligente - ma tutt'altro che irresistibile - Danimarca. Decidono nella ripresa i gol di Pellegrini - splendido in rovesciata - e Petagna, dopo un primo tempo al piccolo trotto, nel quale gli azzurrini sono apparsi lenti e spesso macchinosi. Tre punti utili, tra le altre cose, a rispondere alla vittoria della Germania ed iniziare a guardare più da vicino le semifinali. 

Donnarumma tra i pali per gli azzurri con Rugani e Caldara a guidare la retroguardia. Il mancino di Bernardeschi e Berardi ad illuminare l'attacco, con Petagna unico riferimento centrale. Risponde Fredriksen con il consolidato e quadrato 4-4-2, con Ingvartsen ed Andersen davanti a tutti. Borsting e Hjulsager gli esterni di mediana, mentre Maxso e Banggaard sono i centrali a protezione dei pali difesi da Hojbjerg

Avvio di gara molto equilibrato, chiaro l'intento della Danimarca di chiudere tutti gli spazi agli azzurri rintanandosi con le linee di mediana e difesa nella propria metà campo. I  danesi  tuttavia non disdegnano la pressione alta, utile a rallentare la manovra dell'Italia, incapace di far valere le proprie qualità tecniche. Il fioretto nostrano a stento scalfisce il muro eretto dall'undici di Fredriksen e sia Berardi che Bernardeschi faticano ad entrare in partita. Le pochissime linee di passaggio rendono ancor più complicato il compito delle mezzali, con Pellegrini che perde una dannosa palla a centrocampo lanciando il contropiede danese: il destro di Borsting, fortunatamente, termina alto. L'Italia prova a cavalcare le fasce laterali, con Barreca e Conti puntuali nella fase di spinta, ma leggermente imprecisi in fase di appoggio: il cross, estemporaneo, del primo, diventa un assist per il secondo, il cui destro termina a lato della porta difesa da un inoperoso Hojbjerg.

Gli spazi intasati non consentono ai fantasisti italici di prendere in mano il gioco, e gli azzurrini stentano a trovare il bandolo della matassa complice una manovra fin troppo lenta e macchinosa: ci prova Benassi dal limite, ma Hojbjerg si fa trovar pronto a smanacciare in angolo. I nordici, nonostante l'atteggiamento volutamente difensivo, non disdegnano le ripartenze, precise e ficcanti, che si sviluppano con semplicità ed efficacia, ma la retroguardia di Di Biagio è attenta. Nell'ultimo quarto d'ora il tema della contesa non muta, rare le folate di marca azzurra, con le incursioni sul laterale e le iniziative personali sempre di facile lettura per la difesa danese. 

Approccio differente per gli azzurri nella ripresa, con piglio decisamente più pimpante e vivace. Bernardeschi prova ad entrare maggiormente nel vivo della trama, mentre Benassi e Pellegrini si inseriscono con maggiore continuità: cross mancino dell'esterno della Fiorentina, i danesi non liberano l'area, lasciando alla mezzala del Sassuolo la libertà di girarsi in rovesciata e firmare il primo gol italiano in terra di Polonia. La gara esplode improvvisamente, con la Danimarca che non può più aspettare nella propria trequarti e si riversa in avanti: Barreca chiude Hjulsager al momento di battere a rete, prima del destro dello stesso numero sette su punizione che non trova lo specchio dei pali. Il vantaggio ha l'effetto sbagliato sull'Italia, che si abbassa oltremodo nella propria metà campo e lascia campo e agio alla manovra danese, sterile ma comunque pericolosa. 

Il primo cambio di Di Biagio è per Berardi, con Chiesa che rileva il mancino del Sassuolo. Le sostituzioni, da ambo le parti, spezzettano il ritmo non più elevatissimo della sfida, con gli azzurrini che non trovano modo per ripartire e provano spesso ad appoggiarsi al fisico di Petagna per risalire la china. Di contro, invece, la Danimarca si affida alla verve di Hjulsager, che sulla destra macina chilometri e cross, senza però trovare mai l'aiuto dei compagni di squadra. Da un raro contropiede italiano, Bernardeschi appoggia centralmente per il destro di Gagliardini, fuori misura. E' tuttavia l'esterno danese a mettere a ferro e fuoco la difesa italiana, con Donnarumma costretto agli straordinari allungandosi sulla sinistra per smanacciare la conclusione a giro del rivale. La freschezza e la velocità di Chiesa aiutano l'Italia a rifiatare nei minuti finali: il destro del figlio d'arte è forte ma poco preciso, con Hojbjerg reattivo nel deviare in angolo. 

Il finale è tutto di Petagna: il centravanti atalantino, al primo guizzo della sua partita, è bravo nel manovrare al limite dell'area la sfera e ad eludere la doppia marcatura dei centrali danesi impegnati in uscita su Bernardeschi, ma il suo destro viene deviato ancora una volta da Hojbjerg. Pochi secondi dopo il duello si rinnova, con i guanti del portiere danese che si oppongono al mancino del centravanti azzurro, che al terzo tentativo non fallisce: il cross di Chiesa è perfetto, al bacio, per il taglio di Petagna, che gira da pochi passi e sigilla la vittoria dell'Italia.