Il percorso tecnico-tattico instaurato da Giampiero Ventura per la sua Italia prosegue con buoni risultati. Il tecnico ha rilasciato una breve intervista alla stampa e ha fatto chiarezza sul lavoro che sta facendo con la sua squadra e del futuro, con uno sguardo sempre vigile sulla Spagna: "La costruzione della Nazionale guarda al futuro. E' stato un inizio difficoltoso, si arrivava dopo Conte e con una Nazionale avanti con l'età, ma devo dire che in questi mesi si è fatto bene sul piano dei risultati. Con la Spagna loro sono in vantaggio per differenza reti, per il resto siamo a pari punti. Ancor meglio, poi, sul piano del ricambio generazionale. Abbiamo fatto esordire molti giocatori trasmettendo loro un senso di appartenenza. Chiaro che il tutto resta finalizzato a qualificarci per i Mondiali, affrontiamo a settembre la Spagna per l'accesso diretto, se non dovesse andar bene ci sono sempre gli spareggi, ma in un modo o nell'altro credo che questa Nazionali meriti di andare ai Mondiali."
Parare sul suo lavoro e sulla generazione italiana del futuro: "Forse rispetto a prima mi manca proprio il campo, che lo vedo meno, ma come ho detto faccio il lavoro che mi piace e che mi dà la possibilità di vivere di adrenalina. Del resto questo lavoro si può fare solo in questo modo, quando mancano passione e voglia di mettersi in discussione non si può fare. Poi è chiaro che devi avere la fortuna di avere persone che credono in te. Come ho detto, lavoriamo per il futuro: se riusciremo ad andare ai mondiali, sono certo che saremo una delle sorprese. Ma ho anche detto che all'Europeo successivo sicuramente saremo protagonisti, stiamo facendo crescere una generazione giovane e di grandissime potenzialità. E tutti hanno percepito la voglia di questo gruppo, anche nelle amichevoli si sono viste partecipazione, voglia di crescere e mettersi in discussione.
Poi, sul capitolo portieri: "Mai come in questo periodo c'è una generazione di elementi di grande futuro. Macedonia? Quello è stato un segnale importante che eravamo sulla strada giusta. Da lì è iniziata la convinzione assoluta di potercela fare, di poter andare in Spagna e giocare per vincerla. Belotti? Sì, forse a suo tempo avrei dovuto chiedere a Cairo una provvigione sulla futura vendita, ma per lui come per tanti altri".