Marco Amelia ha rilasciato una breve intervista in occasione dell'esordio dell'Italia U21 all'Europeo. Portiere di grande esperienza stoppato solamente da un gigante come Gigi Buffon. Tuttavia è riuscito a laurearsi Campione del Mondo nel 2006, ed è stato l'ultimo estremo difensore a vincere l'Europeo U21. Parliamo del 2004, quando ad Atene ritorniamo sul tetto d'Europa grazie a un capolavoro tattico firmato da Claudio Gentile. Oggi ha 35 anni ed è attualmente svincolato, ma è pronto a rimettersi in gioco non appena arriverà una proposta importante.
Dolci ricordi in quel di Atene: "Avevamo una grande pressione addosso, anche perché per l’opinione pubblica non eravamo tra gruppi più forti di quegli anni. Però era una squadra di grandi uomini prima di tutto. E lo dimostrammo. Ricordo ancora il discorso del presidente del Coni Petrucci e del presidente Carraro: l’Italia teneva tantissimo a qualificarsi per l’Olimpiade, quindi l’obiettivo minimo era chiudere tra le prime tre."
Questa manifestazione è molto importante per l'esperienza dei nostri ragazzi: "Oggi tantissimo, e lo capisci anche dall’attenzione mediatica che si porta dietro. Quando giocavo io c’erano tanti campioni come Hleb della Bielorussia o il blocco di Croazia e Serbia, pieno di qualità, ma se ne parlava meno. L’Europeo U21 è il primo vero step internazionale e per molti ragazzi diventa un modo per cominciare a confrontarsi con scuole calcistiche diverse, oltre incrociare i campioni del futuro."
Commento sulla squadra di Di Biagio: "E’ un gruppo molto forte, certamente completo. Per questo le aspettative sono alte."
E sulla questione Donnarumma cosa c'è da aggiungere?: "Non mi sento di giudicare o crocifiggere un ragazzo così giovane. Quella tra Gigio e il Milan sembrava la classica bella storia da portare come esempio per i ragazzi che si avvicinano al professionismo. E invece poi è andata così. Lui e il suo agente hanno preso la loro decisione, ci avranno riflettuto bene e a lungo, valutando vantaggi e svantaggi di un addio. Credo che sia consapevole dell’esperienza fantastica che il Milan gli ha permesso di fare e della fiducia che hanno avuto nel lanciarlo così presto in Serie A. Donnarumma è sicuramente un ragazzo ambizioso che sa di poter avere una grandissima carriera davanti e forse oggi reputa il Milan un gradino inferiore rispetto ad altri top club. Deluso? Resto un romantico del calcio, mi sarebbe piaciuto vedere Gigio sempre al Milan e spero si possa ancora tornare indietro. Altrimenti peccato, ma il Milan non finisce certo con Donnarumma. E’ stato grande e tornerà grande."
Buffon resterà al comando della porta ancora per un pò. E i tanti giovani portieri desiderosi di emergere come gestiranno tutto ciò? "Io l’ho vissuta bene. Se vuoi migliorare devi allenarti con chi è più forte di te. Buffon è sempre stato uno stimolo, volevo “andare” come lui, ma logicamente non era possibile. Però quell’ambizione mi migliorava. E anche quest’anno con Courtois è stato lo stesso, perché anche a 35 anni ho ancora voglia di provare ad essere al loro livello."
In Italia continua la tradizione dei portieri. Meret e Scuffet scoperti, Zaccagno e Plizzari i prossimi: "E aggiungerei nell’U20 Perisan, sempre dell’Udinese. La scuola dei portieri italiani è sempre stata la migliore, lo dice la storia e lo ha scoperto anche Courtois quest’anno, visto che ha avuto un preparatore italiano (Spinelli, ndr). Meret lo volevo piccolissimo in Lega Pro, quando avevo la Lupa Castelli: ben impostato tecnicamente e mentalmente. Scuffet l’ho scoperto dopo: a Como ha sofferto, ma ha un potenziale ottimo. Zaccagno ha fatto un gran Mondiale, Plizzari è giovanissimo e già terzo al Milan.."
Sta cambiando qualcosa nel nostro sistema?: "C’è stata un’oggettiva necessità di puntare sui giovani. Questa, abbinata ai grandi preparatori italiani, ha creato questa bella invasione di talenti». Conferma indiretta: l’Italia del futuro è in mani sicure."