A questo punto serviva il bomber, quello che avrebbe vestito la casacca numero 9, quello additato a fare una valanga di reti e portare così la Florentia Viola alla promozione, guidarne la risalita, serviva un condottiero. La scelta cadde su colui che come poi avrebbe intonato la Curva Fiesole: "prima era un muratore ed ora è il nostro goleador" ossia Christian Riganò. Allora 28enne, attaccante possente che nelle categorie minori aveva sempre segnato caterve di reti. Insieme a lui a Firenze arrivarono i vari Andreotti (centrocampista dal Lecco), Bonomi (centrocampista dal Catania), Evacuo (attaccante dalla Lazio), Galbiati (centrocampista dal Val d'Aosta), Guzzo (difensore dal Cosenza), Hutwelker (centrocampista dal Saarbrucken), Ivan (portiere dal Livorno), Longo (centrocampista dal Napoli), Masitto (attaccante dalla Lucchese), Matzuzzi (attaccante dalla Reggiana), Minieri (difensore dal Catania), Mugnaini (difensore dal Pisa), Piccolini (difensore dal Catanzaro), Nicodemo (centrocampista dal Chieti), Panarelli (difensore dal Crotone), Quagliarella (attaccante dal Torino), Radi (difensore dal Real Montecchio), Ripa (difensore dalla Ternana), Scotti (portiere dal Cittadella), Traversa (difensore dal Cosenza), Turchetta (attaccante dalla Lazio).

La prima di campionato, come accennato nella puntata numero uno, fu sul neutro di Arezzo contro la Sangiovannese dello storico ex Francesco "Ciccio" Baiano la sera di lunedì 9 settembre 2002. Undicimila tifosi colorarono di viola l'autostrada per sostenere la loro unica fede in quell'esordio indimenticabile. Finì 1-1 grazie al gol di Masitto all'ultimo minuto di recupero che pareggiò la rete di Baiano che al 24' aveva portato in vantaggio la Sangiovannese. Questa la prima storica formazione con cui la Florentia Viola scese in campo: Ivan, Guzzo, Ripa, Radi (1'st Mugnaini), Di Livio, Longo (14'st Hutwelker), Nicodemo, Bonomi, Turchetta (29'pt Quagliarella), Evacuo, Masitto.

Alla seconda giornata in casa contro il Castel di Sangro arrivò la prima vittoria. Un 5-1 senza se e senza ma condito dalla doppietta di Riganò che si ripetè la domenica successiva a Gualdo Tadino nella vittoria per 2-3. Poi, il 10 ottobre, lo 0-0 interno contro il Forlì (recupero della gara non giocata il 1 settembre) ed il pareggio contro il Castelnuovo Garfagnana. Dopodichè il nove viola tornò al gol a Imola nella vittoria per 1-2 ma fu soltanto una parentesi poichè questo fu il periodo più difficile in quanto arrivò soltanto un punto in tre partite (sconfitta casalinga con il Rimini, pareggio interno con il Poggibonsi e sconfitta a Grosseto per 0-2). Una piccola crisi che portò all'esonero di Vierchowod e all'arrivo di Alberto Cavasin ("sin sin sin").

L'esordio del nuovo tecnico coincise con il ritorno al gol di Riganò ma soprattutto con il ritorno alla vittoria: 3 novembre Fiorentina-Gubbio 2-0 con doppietta del bomber di Lipari. Ancora una volta però due passi falsi. Pareggio contro l'Aglianese e sconfitta interna contro il Montevarchi. Il Franchi da fortino inespugnabile quale doveva essere ad inizio campionato sembrava diventato territorio di conquista.

A spegnere le polemiche della piazza in subbuglio ci pensò ancora una volta Riganò che il 24 novembre siglò la doppietta scacciacrisi nella trasferta di Brescello. Il numero nove ormai ci aveva preso gusto e andò a segno cinque volte nelle quattro partite successive permettendo così ai viola di agganciare il Rimini in testa alla classifica alla fine del girone di andata. Delle otto reti segnate dalla compagine viola nelle cinque vittorie solo una non fu di Riganò, quella di Ripa, che sbloccò lo 0-0 in casa con il San Marino. La scelta del condottiero con la maglia numero nove si era dunqe rivelata più che mai azzeccata.