"Gli stimoli ci sono, altrimenti non sarei un professionista ed un capitano. Ho fatto 23 anni di carriera..". Parole non da poco e dette da un calciatore non da poco, Gianluigi Buffon, vero e proprio pilastro della Nazionale Italiana di calcio e della Juventus. Durante la conferenza stampa pre-gara, il portierone azzurro ha sottolineato la delicatezza della sfida contro il Liechtenstein: "Abbiamo un obiettivo comunque importante e il mister ci stimola sempre. La soddisfazione più importante che ho avuto nella mia carriera è fare bene il mio lavoro e non avere rimpianti. Sono molto contento di giocare questa ultima partita della stagione. Nello sport ci stanno le vittorie e le sconfitte: io ho vinto tanto e ho perso tanto perché ho combattuto per i trofei più importanti e in questi casi affronti anche avversarie importanti".

Inevitabile, poi, il passaggio sulla sfida contro la Spagna: "Per quel che riguarda la futura partita con la Spagna se l’Italia si fermasse sarebbe un primo segnale di entusiasmo e vicinanza da parte dei nostri tifosi. Mi farebbe molto piacere. Prima di Madrid abbiamo solo la partita di domani e speriamo di arrivare in Spagna dopo aver messo nella testa la giusta empatia alle partite importanti con i rispettivi club. Troveremo il modo di essere pronti con le amichevoli e le prime 2 giornate di campionato".

Parlando del match contro gli iberici, Buffon non può esimersi dal ricordare la finale persa dalla sua Juventus contro il Real Madrid: "Ripensare a quella serata è complicato, ma si impara di più dalle esperienze negative che da quelle positive. C’è stato troppo ottimismo alla vigilia perché sfidavamo una squadra che ha 11 giocatori importanti. Il più “stupido” di loro ha giocato più partite importanti di me. E quando hai questa esperienza è fondamentale nei match chiave. Detto questo la Spagna contro di noi in questi anni ha sempre avuto difficoltà a parte la finale sciagurata dell’Europeo. E questo vuol dire che noi abbiamo le qualità per giocarcela sempre alla pari. L’esperienza che si acquisisce con le batoste nelle partite più difficili è utile".

Sul come ci si possa sentire ad essere il calciatore con più presente in Nazionale, Gigi frena considerando la carta d'identità: "Non penso di poter arrivare a quel traguardo perché mancano 15-16 partite e in un anno non credo di farle. Probabilmente potrebbe essere l’ultimo anno e vorrei fare un anno da protagonista, come ho sognato di fare sempre. Un anno in cui si vede il Buffon attento ai dettagli e desideroso di lasciare il segno. Per riuscirci devo dare segnali importanti. Lavorerò per questo il prossimo anno. I traguardi squadra sono una conseguenza di quello che ci hai messo e di quello che hai dato durante l’anno".