Tempo di abbassare gli elmetti e stringere i denti. La Juventus è arrivata a Cardiff oggi ad ora di pranzo: domani sera, sul prato del Millennium Stadium, si giocherà una delle partite più importanti della storia recente bianconera, sicuramente la più importante in questa stagione. Stiamo parlando, ovviamente, della finale di Champions League contro il Real Madrid.
Massimiliano Allegri, dopo la rifinitura dei suoi, che hanno avuto modo di saggiare per la prima volta il terreno di gioco della finale,ha parlato per la solita conferenza stampa pre-partita. Tante le domande arrivate al tecnico toscano, la prima delle quali gli ha dato l'occasione per ripercorrere un cammino che, a prescindere dal risultato, rende questa stagione già storica: il sesto scudetto consecutivo, per la terza volta negli ultimi tre anni accoppiato alla Coppa Italia, hanno consegnato la Juventus alla leggenda. Ora i bianconeri si ritrovano a novanta minuti dal primo triplete della loro storia. "Siamo arrivati all'ultima partita della stagione, la più importante. Siamo partiti da lontano e piano piano sono cresciute convinzione e autostima per arrivare a questa sfida. Le vittorie durante l'anno ci hanno allenato per presentarci qui al meglio, poi ci vorrà anche un po' di fortuna".
Davanti, però, non ci saranno gli ultimi arrivati, ma i campioni in carica del Real Madrid, capaci di trionfare nella massima competizione europea due volte negli ultimi tre anni, rispettivamente aggiungendo per la decima e l'undicesima volta la coppa dalle grandi orecchie al proprio palmarés. Allegri, però, non vuole mollare neanche un centimetro e soprattutto non vuole trasmettere timore ai suoi: l'obiettivo è giocarsela alla pari dal primo all'ultimo minuto. "Il Real è favorito visto che è il campione uscente, noi però domani cercheremo di mettere in campo cose che loro non hanno, dovremo essere diabolici nel colpire quando il Real concederà qualcosa".
A livello di XI titolare, invece, acciughina (così lo chiamavano ai tempi in cui giocava) si tiene molto cauto, sottolineando di nuovo l'importanza, al di là degli uomini, di scendere in campo con cattiveria e cinismo, senza sottovalutare neanche l'apporto che i suoi potrebbero fornire a partita in corso. "La formazione? Non ho ancora scelto, si può giocare anche sui 120 minuti e quindi serviranno i cambi, ma se si vuole vincere subito si parte forte, altrimenti la panchina dovrà risultare determinante. È una finale, indipendentemente dall'avversario bisognerà giocare in un certo modo, se capiremo quando attaccare e quando soffrire potremo portare a casa la Coppa. L'importante è essere convinti di vincere. In queste partite ci vuole anche buona sorte, però in questo momento la squadra ha la cattiveria giusta".
Fiducia nella squadra che non viene nascosta dalle parole di rito: Allegri sa di poter portare a casa il titolo e vuole che i suoi arrivino al match carichi di adrenalina ma allo stesso tempo sereni per non farsi trascinare dalla frenesia della partita. "Abbiamo lavorato tutto l'anno per giocare questa partita, domani giocheremo con serenità ma non sarà facile. Sono comunque convinto che domani i ragazzi ci regaleranno questo trofeo perché se lo meritano".
Infine, la conferenza stampa si chiude con un paio di temi scottanti per i tifosi juventini: le accuse ad Higuain, tacciato di non essere determinante nei momenti più decisivi di una stagione, così come quelle alla capacità della Juventus di reggere la pressione europea. Lo score dei bianconeri nelle finali di Champions è infatti impietoso. Allegri, però, non dà peso alle voci: "Higuain non deve dimostrare nulla, sono sicuro che domani farà una grande partita, come ne ha fatte in questa edizione della Champions: contro il Monaco ha dimostrato di saper segnare quando conta. Anche Dybala è cresciuto molto nella preparazione di questo tipo di partite: l’anno scorso magari le pativa un po’, ora no. Se farà una grande partita salirà un altro gradino nella classifica dei migliori al mondo. Quello che conta è che la Juve ha giocato otto finali, non che ne ha perse sei: quando giochi una finale può succedere sempre di tutto".