Il Crotone di Davide Nicola è riuscito a compiere una vera e propria impresa destinanta ad entrare negli almanacchi della Serie A. Merito sicuramente di un tecnico preparato sotto ogni punto di vista, spesso e volentieri snobbato da diversi club di medio-bassa classifica. Abbiamo avuto modo e piacere di riportare le sue parole rilasciate alla stampa, e di seguito vi proponiamo l'intervista di questo ottimo allenatore destinanto ad ambire a una panchina di maggior prestigio senza, ovviamente, mancare di rispetto alla calorosa piazza calabrese.

Il Crotone ha vinto contro la Lazio, ma a sorprendere tutti è stata la vittoria del Palermo contro l'Empoli: "Su dieci campionati, magari, può accadere una sola volta che una squadra già retrocessa da tempo vinca all’ultimo turno contro un avversario che deve salvarsi. Domenica sera ho avuto un pensiero di solidarietà per l’Empoli. Ora voglio fare i complimenti a Bortoluzzi e al suo gruppo: hanno lanciato messaggi importanti, di lealtà e correttezza. L’ho conosciuto da avversario, quando giocava nel Venezia, e poi l’ho apprezzato nel suo ruolo di “secondo”. Bortoluzzi mi piace per il suo modo di porsi. Per quanto ha fatto nella sua gestione al Palermo, meriterebbe la riconferma. Glielo auguro!"

Inizio di stagione complicato e con numeri da retrocessione. Poi un girone di ritorno straordinario, quasi da Champions League. Qual'è stata la svolta? "Dopo la nona giornata, quando abbiamo cambiato modulo. Poggiando sulla base del 3-­4­-3 sviluppato con Juric, eravamo partiti cercando di sfruttare quelle conoscenze specifiche. E’ il vantaggio che deriva dal passato, un po’ come è successo per Allegri e Ventura che hanno contato sul lavoro di Conte. Ma finivamo per difenderci male e per costruire peggio: alzando un esterno, siamo passati al 4­-2­-3­-1 e poi al 4­-4­-2, con una crescita notevole." Come detto in precedenza, il Crotone ha avuto un pessimo inizio di stagione e con pochissimi punti conquistati. Nicola ci spiega il perchè ha deciso di non dimettersi: "Poteva starci che la società decidesse di sostituirmi con un altro tecnico. Invece, è stata coerente, credendo nel progetto avviato la scorsa estate. Allora, sapevamo di non avere i “numeri” per competere a certi livelli. La nostra forza è stata nella coscienza dei limiti: a dirigenti e giocatori avevo anticipato che correvamo il rischio di raccogliere solo 3, 4 punti nelle prime 10 giornate."

Un piccolo aneddoto riguardante la psicologia sui calciatori, un fattore che ha inciso sicuramente: "Un allenatore non può essere anche psicologo e mental coach. Ma deve saper trasmettere ai giocatori input sul piano della comunicazione." Doveroso spazio all'eroe salvezza Andrea Nalini: "Andrea è la bandiera da far sventolare al vento della felicità. Prima della sfida con la Lazio, l’ho spronato così: “ma come puoi chiudere la stagione con zero gol, tu che sei un’ala? Dai, puoi metterci la tua firma!." I ricordi più belli di questa stagione? "Contro l’Inter in casa, e in trasferta contro Fiorentina, Sassuolo e Sampdoria."

Un simpatico siparietto per via della sua scommessa di tornare a casa in bicicletta, da Crotone a Torino non è mica roba da poco: "Sono pronto alla fatica, anche perché ho una base importante. Sono appassionato di ciclismo. Ho ammirato Pantani e anche Scarponi; mi “prendevano”, dandomi passione. Ho due bici Specialized Tarmat e due mountain bike: ho corso due volte la Kappa Marathon, gran fondo di quasi 100 chilometri, tra Cesana, Susa, Colle delle Finestre, Val Chisone e Sestriere, con salite tra il 10 e il 12 per cento di pendenza. Non vado in bici da un anno. Mio cognato Paolo mi sarà al fianco in questo tour per mantenere il voto­salvezza. Nonostante, i miei problemini a un’anca." Gli orari del giro? "Ora rientro a Torino, dove dal 2 al 4 giugno mi godrò il torneo “Ciao Ale”, alla memoria di mio figlio e riservato ai giovani 2006 e 2007. Poi sarò pronto per i 1.380 chilometri del percorso, diviso in 7, 8 tappe."

Vittoria dedicata proprio a suo figlio morto in un tragico incidente stradale circa 3 anni fa: "Avevo preparato una t­shirt con la scritta “Il mio viaggio non finisce qui”, una frase con la quale Ale aveva chiuso una sua tesina alla scuola media sul fenomeno dei nomadi. Io, mia moglie e i miei figli isoliamo i sentimenti della realtà del lavoro. Non riuscirei, altrimenti, a vivere senza esserne condizionato ogni giorno." Torniamo al campo, in particolare al suo contratto che prevede il rinnovo automatico visto l'ottenimento della salvezza. Continuerà in Calabria? "Voglio festeggiare. Quel rinnovo è sulla carta ma mi incontrerò con la famiglia Vrenna e Ursino, ds che ha qualità straordinarie e la necessaria "follia", proprio come piace a me. Non mi hanno abbandonato, mai mi sono sentito a rischio. Insieme valuteremo."

Esonero a Bari e le contestazioni di una tifoseria che non lo voleva sulla panchina. Rimorsi o ferite? "Ma no, qui a Crotone non si avvertono pressioni. E’ un’isola felice. Ci poteva stare la contestazione, la delusione. Quanto a Bari, ancora non mi spiego come mai è finita così male. Nel girone d’andata la squadra conquistò 35 punti, appena due in meno del Bari di Conte." Sguardo al mercato e alla possibile conferma del blocco storico che ha regalato la salvezza: "Non ci penso nel momento della festa. Magari resteranno i giocatori e io andrò via.." E se Nicola ritornasse in B da allenatore? "Sono molto ambizioso. Entro pochi anni vorrei arrivare a livelli elevati. Ci terrei a godermi ancora la Serie A."

Nemmeno il tempo di godersi la festa che già arrivano i primi pronostici per la prossima stagione. Il Crotone resterà la prima candidata alla retrocessione? "Certo. Come la scorsa estate, quando mi emozionavo, per essere il primo allenatore del Crotone in A. E come adesso che sono orgoglioso di essere stato il tecnico della prima salvezza nella massima serie." Tanti allenatori nel corso della sua carriera. Chi ha contribuito a instaurare questa sua mentalità? "Bolchi, che mi ha mandato un sms di complimenti, Reja e il compianto Giorgi. Quanto sarebbe stato felice per me!" Nicola è un grande appassionato di libri, e nell'intervista cita le sue ultime letture: "L’enigma del solitario”, “Il cervello quantico” e “Kroton". Infine chiudiamo con il capitolo Nazionale. Il Crotone ha regalato a Ventura ben tre calciatori: Ceccherini, Ferrari e Falcinelli: "Sono nazionali veri, altro che! E possono dare tanto anche in azzurro."