Dopo Buffon e Beppe Marotta, arriva il terzo ruolo protagonista della cavalcata juventina: il suo allenatore, Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese mette in cascina il suo quarto scudetto, il terzo consecutivo con la Juventus, accompagnato da altre tre Coppa Italia, tutte vinte in questi anni bianconeri. 

In molti hanno individuato nel cambio modulo la tappa decisiva di questa annata bianconera, ma come è nata questa scelta? Allegri risponde così: "Lo avevo provato due tre mesi prima in allenamento. Dopo Firenze, anche se eravamo ancora in vantaggio in campionato, dovevamo cambiare sistema,  perché eravamo arrivati in cima e non si migliorava più. Ho dovuto e voluto cambiare perché era la cosa giusta da fare. Ho deciso in due giorni perché la palla non girava bene e mi infastidiva, la squadra ha risposto bene cambiando mentalità e geometrie migliorando molto". Il palmares di Allegri in bianconero recita di tre scudetti, tre Coppe Italia, una supercoppa e due finali di Champions League raggiunte che hanno portato una nuova consapevolezza nella squadra torinese: "C'è sicuramente una consapevolezza diversa, l'ambiente è cresciuto e quella di Cardiff sarà una partita diversa da Berlino"

Nonostante i tanti trionfi pera resta il dubbio sulla presenza del livornese sulla panchina della Juventus nella prossima annata: "Non ci saranno sorprese - dichiara Allegri -, dobbiamo incontrarci perché c'è da parlare e confrontarci per capire quali sono le idee. In tre anni abbiamo sempre giocato per vincere ogni competizione, ora dobbiamo capire dove migliorare e non è facile perché non dobbiamo cambiare molto"

Tornando al discorso della consapevolezza, sono stati determinanti gli acquisti di Higuain e Dani Alves. Allegri spiega facilmente come sono avvenuti: "Direi che ci sono dei ruoli che nel calcio non bisogna andare a vedere in giro, basta cercare i migliori e comprarli, è molto semplice. Higuain è il migliore centravanti insieme ad altri 2-3 al mondo. Facile vincere lo scudetto? No,vincere lo scudetto non è stato facile per le tante partite giocate. Ripeto, vincere è una cosa straordinaria, non normale. All'inizio del campionato si diceva che eravao nettamente più forti, ma non è così. Ci sono degli equilibri a questi livelli, Roma e Napoli arriveranno a 87 e 86 punti, ci hanno spinto a tenere alta la tensione e fare poi bene in Champions, sotto questo aspetto bisogna anche ringraziarli. Siamo arrivati ad un livello talmente alto che per migliorarci aumentano le difficoltà, ma i dirigenti sono bravi e sanno dove andare ad agire". A riprova di quanto detto, Allegri, ritiene che questo sia lo scudetto più difficile che ha vinto: "E' stato più complicato perché la seconda e la terza faranno tanti punti e per vincerlo bisognava farne novanta.  Quando arrivi in fondo a tutte le competizioni è normale che lasci qualcosa per strada, come a Roma. Vediamo il lato positivo però, siamo partiti dal trofeo forse considerato meno importante, ora siamo alla scudetto e speriamo di alzare quello più grosso, il più importante"

La squadra inoltre è rimasta unita all'allenatore anche quando dentro lo spogliatoio c'era qualche malumore: "Dentro un'annata ci son tante cose positive ed alcune negative. Ci sono momenti che devi gestire in un modo e altri in maniera diversa. L'importante è arrivare al risultato, ora dobbiamo migliorare nella gestione palla quando siamo in vantaggio"